Dalle Olimpiadi invernali del 2006 la mia città non si è più fermata, un turbine di iniziative, nuovi locali, musei, ristoranti. Ristrutturazioni di spazi comuni, imprenditori che investono nella propria città credendoci e muovendo energie positive. Ancora mi emoziono a scoprire che ci sono persone che credono fortemente nel luogo in cui sono nate e cresciute, nonostante il periodo negativo, nonostante la crisi, nonostante tutto.

Ricordo mio padre, avevo 19 anni ed ero quasi pronta per lanciarmi in un nuovo mondo post diploma, fatto di responsabilità e nuove esperienze. Mio padre all’epoca era lanciato in una nuova avventura imprenditoriale, un tostissimo artigiano tutto di un pezzo, che ha sempre creduto nelle proprie capacità, nel suo lavoro di artigiano serigrafo, buttarsi nell’acquisto di un nuovo locale (dove trasferire la propria attività) e al contempo nell’acquisto di una casa, la nostra casa. Ricordo ancora il suo sguardo, le sue parole di orgoglio, investire con fiducia e coraggio in due nuovi progetti, investire nella sua vita.

Chi non ha mai lavorato da libero professionista non può capire cosa voglia dire lanciarsi nel vuoto, un salto nel buio di un lavoro pieno zeppo di incognite. Se sono arrivata fino a qui, da sola, credendo in me, lo devo anche a lui che è stato un grande esempio.

Divagazione personale a parte sono felice di vedere che a Torino ci sono ancora imprenditori che investono e che credono in nuovi progetti: il prossimo autunno inaugurerà nello spazio della Ex Incet, EDIT (Eat Drink Innovate Together) un nuovo incubatore gastronomico, un luogo di educazione e condivisione nella produzione e nel consumo del cibo.

© OpenIncet

© Museo Torino

EDIT sarà un luogo polifunzionale, un concept innovativo con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento nel panorama gastronomico torinese.
L’area è quella degli stabilimenti ex-Incet, storica fabbrica di cavi elettrici attiva dal 1888. Il fabbricato, edificato a partire dall’ultimo decennio del XIX secolo, era la sede della Società Anonima Ing. Virginio Tedeschi (fabbrica di cavi elettrici), che successivamente si impose come una delle principali attività ausiliarie della nascente industria dell’automobile. L’edificio, che occupava l’isolato limitato dalla ex via Montebianco (ora via Banfo), via Valprato, corso Vigevano e via Cigna, fu bombardato almeno tre volte con bombe di grosso calibro, fu dismesso definitivamente nel 1988 e abbandonato. Dal 2009 il progetto di riqualifica. [da Museo Torino]

Il progetto Edit si colloca all’interno del ‘Miglio dell’Innovazione‘ un asse strategico che percorre la città partendo dal Politecnico fino alla Stazione Dora e che punta a far diventare Torino uno dei poli dell’innovazione culturale e d’impresa del nostro Paese.

Nello spazio di oltre 2000 mq, su due piani, che inaugurerà in autunno, troveremo: al piano inferiore un bakery caffè, un birrificio artigianale ed un pub. Mentre al piano superiore gli utenti avranno a disposizione un’offerta più ricercata con un cocktail bar, un ristorante e quattro cucine professionali (condivise).

Il Bakery caffè vedrà la collaborazione con Lavazza e lo chef Pietro Leeman che firmerà la ricette food e drink, 100% vegetariane. Il bakery sarà anche uno spazio di condivisione, uno spazio intermedio tra casa e ufficio, dove poter lavorare, socializzare, rilassarsi.
Il Pub, accanto al Birrificio, avrà un’offerta di ristorazione pop con la collaborazione di Renato Bosco, un grande esperto di lievitati. Il Birrificio, spazio condiviso e punto d’incontro dei birrai itineranti, i gipsy brewers, dove potranno produrre le proprie birre artigianali e proporle in vendita al pubblico.

Al primo piano il Cocktail Bar, dove saranno protagonisti i gestori del Barz8 maestri del bartending, con originali proposte di mixology e food pairing.
Al ristorante invece i protagonisti assoluti saranno i Costardi Bros (Christian e Manuel) i due fratelli vercellesi, una stella Michelin nel loro ristorante Cinzia a Vercelli. I fratelli Costardi lavoreranno fianco a fianco nella cucina centrale a vista, circondata da sedute al bancone, un nuovo modo di concepire la ristorazione, che elimina le barriere tra sala e cucina, per avvicinare sempre più il cliente all’esperienza, invogliandolo alla condivisione.

Attendiamo con trepidazione il prossimo autunno per andare ad esplorare EDIT, la curiosità è alle stelle ora.

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