A volte in cucina si soffoca. L’aria è pesante, a causa delle pentole, dei forni, delle piastre. Ma a volte, purtroppo, non solo per quelle.
La cucina è femmina ma l’ambiente di lavoro è maschio. Nasciamo regine del focolare ma per poche quel focolare diventa un vero e proprio regno dove far valere le proprie capacità e i diritti di essere una cuoca a tutti gli effetti: brava, competente e capace.
In questi anni me ne sono resa conto frequentando le cucine (solo per diletto e non per lavoro, sia chiaro) di tanti amici cuochi. Tutti maschi. Tutti maschilisti e tutti circondati immancabilmente da comis, lavapiatti e sous chef rigorosamente di sesso maschile. Che bella novità!
Perché solo uomini in cucina?? Ci sono molte ragazze brave, volenterose e soprattutto di notevole capacità. Che svolgono con amore, passione e determinazione la professione di cuoca. Si perché noi donne in cucina siamo cuoche e non chef.
Mi piace la definizione di cuoca. Chef è il capo, chi comanda, chi da gli ordini. E, a volte, sembra più il capo di un reggimento che un cuoco. Simpatico allo stesso modo. Avete presente full metal jacket?? Ecco, non proprio così, ma quasi.
Così il rispetto diventa un miraggio. I ragazzi con una donna in cucina diventano competitivi. Molto competitivi.
Non riesco a capire tutto questo astio, questa ‘violenza psicologica’ che si crea attorno ad una donna in cucina. Soprattutto ad una donna che vuole fare la cuoca di professione: non sei in grado, non sei capace, è troppo faticoso, non avrai più una vita privata, e se fai un bambino chi te lo guarda.. ah e poi se fai un bambino chi lavora al posto tuo???? devo andare avanti o il concetto vi risulta abbastanza chiaro??
Molti di voi leggendo queste righe si saranno chiesti se sono impazzita! No, non ancora.
Il 25 Novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, mi è sembrata giusto e doveroso onorare tutte le cuochine del mondo, che lavorano in prima, seconda, terza linea: nei ristoranti, nelle trattorie e nelle case.
Che sono a capo di una intera brigata. Che vorrebbero essere a capo di un’intera brigata. Che sono quasi giunte alla meta e per un soffio si sono viste portare via la brigata dal collega maschio, aitante, belloccio e amico del direttore. Che sono a capo di tutte le cucine del mondo con lo spirito e sognano ad occhi aperti una brigata di sole donne. In armonia. Tutte cuoche alla pari. Per creare i piatti più buoni del mondo.
Ecco, anche queste sono le cuoche che volevo diventare*
*Spero che Roberta Corradin mi passi la citazione! Suo il bellissimo ‘le cuoche che volevo diventare, 21 grandi donne in cucina‘ Einaudi Editore.
Un libro da leggere in una notte, mentre sfornate pane, dolci e bignè!
Immagine tratta da cartonianimati3d
solo una parola…grazie.in cucina e in ogni campo il rispetto e la meritrocrazia dovrebbero reganare, invece….
cmq…è per questo che ci dovremo impegnare mercoledì!:D a proposito..ci dai qualche notizia?in privato!:D
bellissimo post.leggero e dolce.grazie
Come ti capisco…non faccio la cuoca ma sono nel settore informatico ed è la stessa identica cosa da sempre! Per quanto dimostri ogni giorno di valere, di avere delle alte capacità organizzative, di avere una mente aperta e creativa non è mai sufficiente! Ci sarà sempre un uomo che con le metà delle capacità e metà dell’impegno andrà avanti a te perchè infine fa più comodo così!…e l’unica cosa si può fare è essere ancora più testarde e non mollare mai, seguendo i propri sogni!
un abbraccio a tutte le donne con le palle :)
Post significativo.
Ti vorrei dire che è un po’ dove altrove. I primi anni di lavoro manco te ne accorgi, poi ti guardi intorno e ti accorgi che chi conta e guadagna è maschio, che qualche battuta scappa in tua assenza, ma che ci sono tante e brave donne grintose e competenti che annaspano. Qualcuna emerge.
Io non darei colpe a nessuno e nessuna. Fino a anche meno di un secolo fa, era peggio o non esistavamo proprio. E poi non per tutti gli uomini è per forza facile perchè uomini.
E’la vita, nulla viene regalato, tutto ha un prezzo. Continua con la tua passione e determinazione.
Chef o cuoca? Beh meglio le parole semplici, quindi cuoca, ma cuoca pronunciato con quel tocco di …zenzero :), di rispetto, ammirazione verso il tempo dedicato alla causa del cibo.
Chef è un titolo quasi reale che si può perdere in un attimo, la cuoca invece mantiene le sue abilità qualunque cosa accada.
Su Tocco di Zenzero battili tutti! Battili tutti sulla distanza. Dopotutto noi donne viviamo di più e ci sarà un perchè :)
Con affetto
PS ora mi vado a rileggere quello che ti ho scritto per motivarmi qui al lavoro, giusto per non fare solo il profeta in terra altrui
complimenti Sandra per l’articolo. Davvero molto bello. E’ un peccato che ci sia questo pregiudizio. Purtroppo non mi sembra che le cose stiano cambiando, in nessun campo. Ritengo comunque di essere fortunata di far parte di questo mondo e non del mondo dove le donne sono costrette a subire. Anche li non sembra ci siano evoluzioni sul rispetto altrui, si è impossibilitati di esporre la propria idea liberamente in qualsiasi campo figuriamoci poi lavorare a stretto contatto con dei uomini e magari essere loro superiore :)
fortissima Rossella!!!
bellissimo post. E’ importante sottolineare che la violenza verso le donne non è solo fisica, ma spesso ha un aspetto meno evidente, più subdolo e quindi più difficile da combattere
Un bacione e buon fine settimana
fra
l’ho notato anche io, nei miei giri da cameriera non ricordo di aver mai conosciuto una donna che lavorasse in cucina, e non sempre è una scelta delle donnne, succede quello che succede in tutti gli altri settori purtroppo, e anche questa è violenza…
Bellissimo articolo.
Ho l’enorme fortuna di amare ed aver sposato una ‘cuoca per passione’ e non uno ‘chef di professione’. La differenza fra cuoca e chef, forse, è questa. Lei, come credo molte cuoche, cucina con il cuore.
Pulcino, ti amo
Sandra, ragazze, siete grandi!Sfondate una porta aperta con me che lavoro in ambito finanziario…SOno certa di una cosa però:non rinuncerò MAI al mio essere donna, per nessuna carriera al mondo!!!
Un abbraccio a tutte!
bacione
Saretta
sai che la penso esattamente come te, vero?!? soprattutto dopo averci lavorato in una cucina :)
è una cosa che penso spesso, e non ho grande esperienza in merito, ma solo semplicemente dalla lettura del libro di Bourdain (Kitchen Confidential), avevo avuto un superficiale assaggio della cosa, così come per la colette che hai messo in “foto”.
L’esperienza c’e l’ho invece nel “focolare”, e a questa cosa, da quando cucino un po’ di più, un po’ meglio, e con più passione, penso molto spesso a quanto è importante sentirsi “cuoca” in casa propria, e non inserviente di cucina. Poter scegliere se e cosa cucinare, poter condividere questa cosa con il resto della casa. Mi sento molto fortunata in questo, ma ho la forte sensazione che per molte donne quello che per me è una bella passione e un bel diversivo, costituisce invece un lavoro o un’incombenza aggiunta… in quei casi cioè in cui si è “solo donne in cucina”!
Il Tuo Post é una preziosa riflessione! GRAZIE!
bene, bene… che bello leggere i vostri commenti. Mi raccomando diffondete la voce amici. Il 25 Novembre tutto il mondo deve essere con le DONNE!
grazie a tutti
è vero, c’è ancora molta strada da fare, però vedi Sandra che ad esempio quando le donne parlano (sì, ci è concesso pure di parlare talvolta, mentre lavoriamo – del resto noi donne, per grande fortuna, siamo capaci di fare più cose contemporaneamente ed in prima persona, e non solo ordinando ad altri di farle per noi -) come nel caso di donne (che sanno cucinare) dietro a foodblog, il risultato ha davvero una marcia in più? inventiva nella ricetta, senso della tradizione, grazia nella composizione del piatto, accoppiamento dei sapori, gioco delle consistenze, economia nell’utilizzo degli ingredienti, eccetera eccetera.
è un caso che in rete le più belle cose di cibo (giocate sul campo e non criticate o divulgate per opera maschile) siano firmate al femminile? ;-)
Onore a Tutte le Cuoche del mondo, quelle che silenziosamente “mettono a tavola” per tre volte al giorno intere familgie e sanno fare i salti mortali epr “far combaciare il pranzo con la cena” , che hanno la fantasia di non proporre mai mai lo stesso piatto se non dopo 1
..scusate…
15 giorni, che servono ogni giorno almeno due volte al giorno mariti e figli distratti, che si alazano presto la domenica matttina per preparare il ragù…, qeulla straordinaria pasticcera francese che si sbagliò e rovesciò la pasta frolla sulle mele…e..voilà…c’est moi..
tartetatin.
bianca
Post davvero significativo, io ti comprendo benissimo, anche nel settore dove lavoro io succede la medesima cosa.
Un abbraccio e un bacione Daniela.
Anche nel mio campo le cose non vanno diversamente. La mia sfida è farcela senza cambiare me stessa per cercare di diventare più gradita ad un ambiente prevalentemente maschile: alla lunga ce la si fà… ma non è semplice (e quando maici rendono facili le cose!) Bellissimo il nuovo vestitino del tuo blog, brava!
Paola
brava bella nuova veste grafica che fatica emergere ma anche chi emerge anche se non merita prima o poi la paga stop ciao!!!!
maria grazia
mi ricordo anni fa a uno dei corsi di cucina che seguivo con passione rivolsi ingenuamente questa domanda allo chef che ci dava lezione: ìma perché gli chef sono tutti uomini?’
lo sguardo fu eloquente più della sua risposta: ‘ma perché è un lavoro pesante, da manager, ti tiene occupato tante ore. una donna con una famiglia non può sostenere questi ritmi’. ecco, la solita stesa trita e ritrita storia.
Da prima di mettere piede in una cucina sogno una brigata di sole donne, da che ho messo piede in una cucina sogno ancora di più una brigata di sole donne…anche se ho la fortuna di essere trattata benissimo…
Prima o poi le cose cambieranno e nel mentre grazie per aver urlato per noi un bel no alla violenza conro le donne…
Cara Sandra, che bel post. Noi donne lavoriamo in casa, fuori casa, teniamo salde, spesso, le redini della famiglia, eppure ci viene detto (dai maschi) “non sei in grado”. Io vorrei vedere quanti uomini sopporterebbero una settimana a casa con i bambini con la febbre, continuando a cucinare, lavare, pulire, intrattenere i pupi, fare la spesa per tutta la settimana senza dimenticare il caffè diquellamarcalà e tutto il resto nell’ora in cui tua mamma te li viene a guardare.
dove lavoro io mi è stato anche tolto il saluto da molte persone perchè ho osato mettermi in gravidanza a rischio. e la cosa veramente tragica, è che erano per prime le donne, a guardarmi male. Perchè a volte (dico e sottolineo a volte) è un po’ colpa nostra, di quelle che vanno a lavorare fino all’ottavo mese e quando il pupo ha tre mesi via in ufficio 12 ore al giorno, quelle che hanno gravidanze non troppo ravvicinate perchè “sai, mi sembrava brutto per il lavoro, poi mi sento in colpa”. e a volte fanno così anche in aziende dove, fortunatamente, non ce ne sarebbe bisogno. donne, iniziamo a diventare anche un po’ più solidali tra noi :-)
..non sei in grado??? gli uomini non si rendono conto delle potenzialità femminili..o forse ne hanno paura! sfido qualsiasi uomo a trovare l’energia che noi mettiamo in tutto quello che facciamo e ricordiamoci che noi donne non solo lavoriamo altrettanto bene degli uomini ma diamo il meglio di noi in tutte le altre cose, casa, bambini, etc senza peraltro aver alcun riconoscimento!
questo è valido in tutti i campi…con poche eccezioni almeno per quanto riguarda la mia esperienza..
brava Sandra!
Cara Sandra, sottoscrivo ogni tua parola.. Spesso e volentieri è così. Posso soltanto capire chi dice che è faticoso: in cucina del ristorante ci sono stata, conosco bene quel lavoro e la stanchezza che porti a casa. Ma anche la grande soddisfazione e i clienti contenti!
Magari avere una brigata di sole donne!…
Un bacione, sei grande!
Anch’io d’accordisssimo e grazie per questo spunto di riflessione importante. Il mondo è difficile e in cucina ancora di più. L’idea delle brigata di sole donne non è male (e anche la locandina ;-)
Un abbraccio e buon inizio settimana
Thank you for writing this wonderful post, Sandra. Excuse me for the comments in English.
I have often thought about how women rule the kitchen in the domestic sphere but how they are often discriminated against once cooking becomes professional. It is a strange dichotomy and double standard and I find it particularly prevalent in Italy.
I think that the chef de cuisine as head of the army regiment is at the heart of the professional kitchen. The first professional French kitchens were actually modeled after the military where rank and order reign supreme. Democracy and mentorship are often not encouraged. However, I am hopeful that there are some kitchens here and there that have diverged.
I find it ironic and interesting that chefs like Paul Bocuse owe much of their training and inspiration to women like the Eugénie ‘Mère’ Brazier and Mère Filloux. Perhaps the French have done a better job of honouring the place of women in the kitchen (domestic and professional), whereas many Italians still revere mothers but segregate them to the home fires.
Good for you for speaking out. More women in all fields need to speak out about the sexist discrimination that occurs in workplaces all over the world.
Brava!
My Dear…a noi donne quello che ci frega sono le femmine :)
Per colpa di qualcuna non si fa piu’ credito a nessuna!
Cara Sandra , non ho esperienza di brigate, ma ho lavorato nelle cucine di un ristorante con uno chef uomo, ma lì ero io a gestire la cosa anche se ero a “Casa sua”, il privilegio se così si può chiamare di essere cuoca freelance è proprio quello di autogestirti e fino a quando è così va bene, ma conosco diverse donne che hanno che hanno subito un comportamento, come dire, autoritario.
Una brigata di donne??? Mmmmmm, non sono sicura funzionerebbe…Un abbraccio e brava as usual ;-))
Sandrina, un bel post,davvero, che lascia una caterva di riflessioni.
Io pure lavoro in un mondo prevalentemente maschile, dove apparentemente grosse discriminazioni non ce ne sono, anche se poi alla prova dei fatti se andiamo a contare le donne che fanno carriera..ma questo e’ dovuto molto al nostro welfare, davvero se vuoi avere una vita privata ed una famiglia e’ davvero arduo portare avanti un discorso di carriera.
Nel mondo della cucina pero’ questa differenza mi sembra particolarmente odiosa, perche’ e’ una grossissima discriminazione che la donna debba “stare ai fornelli” in cucina, ma non possa essere “chef” e con la parola piu’ che il capo di un reggimento immagino un professionista che profonde impegno, passione e fantasia al servizio del cibo e della soddisfazione di chi ne usufruisce.
Spero davvero che sia un trend in discesa (ma dubito), cmq faro’ di tutto per parlare anche iop del 25 novembre :)
Bacio!
Ti capisco eccome! Nel mondo del vino la situazione è purtroppo simile…
In ogni caso, ti invito a partecipare anche quest’anno al mio giochino “Un Soave Natale”: ne sarei davvero onorata!
ma i blog li leggono solo le donne o gli uomini lo fanno di nascosto? e si! se non ho letto male, solo un maschietto ha lascito un contributo a questo articolo, ed era una dichiarazione d’amore per la sua donna. sono pienamente d’accordo con l’amica che ha detto: non rinuncerò mail al mio essere donna anche se questo comporterà notevoli sacrifici, ed è quello che io faccio da vent’anni e che mi ha sempre procurato soddisfazioni.
una canzonetta alla radio di questi giorni dice: we are not what you think we are, we are golden! ….. e la mia autostima sale!
Ciao Sandra, volevo dirti che ho partecipato al tuo contest…questo è l’indirizzo della ricetta, spero ti piaccia :)
http://quelfottutobianconiglio.blogspot.com/2009/11/e-tempo-di.html
Sante parole…che purtoppo si applicano non solo nell’ambito culinario, ma in ogni settore lavorativo…
Evviva la Brigata Rosa :D
il problema delle donne è che fanno figli o potrebbero farne e un imprenditore investe mal volentieri per semplici motivi economici.
Una donna in maternità è un costo.
Ricordo bene cosa disse mio padre impresario (seppure padre di 5 figlie femmine) quando seppe che la sua segretaria sarebbe entrata in maternità…. censura.
CIAOOOOOOOOO!
sono appena tornata da una fantastica due giorni milanese!
Ora però riparto per una mini vacanza e riposo
******ANNUNCIO PER LE RICETTE DEL CONTEST: NON LASCIATE COMMENTI NEI POST. È SCRITTO CHIARO DI MANDARE MAIL al mio indirizzo! Se no non riesco a tenere il conto!********
baci
mercì
Come dicevano le Spice Girls (oh mamma che mi tocca dire!) GIIIIIIRL POWER! Bel post davvero ;)
quanto hai ragione, ma questo vale in tutti i lavori, il mondo è fondamentalmente maschilista, tu per quanto vali, per quanto ti dai da fare non è mai abbastanza…. una donna lavora fuori casa, dentro casa ma alla fine è l’uomo che torna stanco dal lavoro e non alza neanche un dito per mettere la tazzine del caffè nella lavastoviglie….
ciao a tutti, cuoche di mestiere, sto passando un disaggio con dei colleghi maschi, ma anche donne capo o capito che mi vovliono tirare fuori dalla cucina, sono brava e decennale in cucina e vari ristoranti,quando o chiesto un diritto di lavoro cioe livello,stanno cercando di trovare difeti discriminazioni sono grande di eta non so fare piu niente, pissicologico sto male, o paura di denunciare allo sportello donna, non vogkio perdere il lavoro chi mi puo consigliare. sara
Brava Sandra!!!parole troppo vere…e soprattutto leggendo il tuo profilo tanti complimenti per quello che sei diventata, hai seguito la tua passione spero un giorno di avere il coraggio di farlo anche io, perchè a noi donne a volte manca il coraggio di osare per inseguire le nostre passioni, pensare un pò più a noi stesse…io sto incominciando a farlo ed ho iniziato proprio questi giorni un blog di pensieri , parole e ricette….se ti va di pasare a visitarlo non può che farmi piacere!!!
A presto e ancora complimenti!!! ;)
brava Sandra! ti leggo soltanto adesso ma condivido in toto, anche per esperienza personale. Il mio lavoro non si svolge in cucina ma gli ostacoli sono più o meno sempre gli stessi.
Sandra cara, io le cucine professionali e maschiliste le ho viste da donna sommelier in un mondo di sommelier uomini…insomma, per dire che capisco perfettamente di cosa stiamo parlando e che … non vedo l’ora di leggere quel libro sfornando biscotti e bontà! un bacio
sono in sintonia con il tuo modo di pensare ma…una domanda…non ti è capitato anche di avere avuto modo di lavorare con donne che ti hanno reso la vita molto più difficile che certi uomini? mi è capitato in cucina (come volontaria in cene di beneficienza) e sul lavoro, a scuola fra maestre e all’asilo fra maestre…la competizione spesso accende e migliora, spesso fa lo sgambetto. ciò non toglie che molte siano eccezionali. e lo dimostrino quotidianamente.
Ciao Sandra, se ti fa piacere ti invito a visitare il mio blog domani per scoprire il mio primo contest :)
Che dici partecipi? ;)
Ciao tutto ok? Ho letto un articolo dove si parlava di te a milano e del premio ottenuto, COMPLIMENTI e avanti a tutta birra scusa a tutta cucina ciaooooo
Grazie per aver aderito alla campagna che Donna Moderna ha organizzato insieme a Fondazione Pangea Onlus in occasione di una giornata così importante come il 25 novembre. Pangea si occupa da anni di riscatto economico e sociale e si batte in Italia e nei Paesi del sud del mondo, affinché i diritti e la dignità della donne siano rispettati. on i suoi progetti Pangea lavora per dare a tutte le donne opportunità concrete di riscatto economico e sociale, attraverso l’istruzione, l’educazione sanitaria e ai diritti umani e il microcredito. Questa campagna di sensibilizzazione va a sostegno di pangeaprogettoitalia, il progetto a favore delle donne che in Italia hanno subito violenza. E’ un progetto concreto che le lettrici del tuo blog potranno scoprire a questo link: http://www.pangeaonlus.org/main.php?liv1=progetti&liv2=in_corso&liv3=italia
Abbiamo anche attivato uno sportello antiviolenza online http://www.sportelloantiviolenza.org
Spero che il tuo blog voglia continuare a seguire il nostro lavoro a favore delle donne.
Un cordiale saluto
Fondazione Pangea Onlus
Fondazione Pangea Onlus, Grazie a voi per aver lanciato questa campagna. Il mio post è solo una goccia nell’oceano, ma ho voluto dare la mia solidarietà. Vi seguirò senz’altro!
ciao a tutti io sono una cuoca di 45 anni ,ho un ristorante, mio marito è in sala lui è sommelier , lavoro tutto il giorno per preparare i vari piatti, cerco di fare tutto in casa senza usare prodotti già pronti o semi lavorati ,di notte sogno che non trovo il cioccolato giusto per preparare una torta o per provare altri abbinamenti e alla fine….. i clienti che vengono per la prima volta dicono a mio marito “complimenti allo chef” lui spiega che sono una donna e rimangono sempre stupiti ! le prime volte mi arrabbiavo adesso ci faccio una risata !questo lavoro dura ormai da 30 anni e sono figlia di ristoratori ,però è vero donne ce ne sono poche, molte lavorano nelle mense per riuscire a conciliare gli orari , io non ho mai mollato e ogni mattina mi metto la divisa orgogliosa di fare questo mestiere e vedere la gente soddisfatta del mio lavoro.questa passione l’ ho trasmessa a mio figlio che lavora in un 2 stelle michelin e gli dico non mollare mai! ciao a tutte le mie colleghe tenete duro!
Paoletta, mi scuso per non averti risposto a suo tempo. Come ti capisco! Complimenti per la forza e la passione che metti nel tuo lavoro. Da quello che leggo hai un bel caratterino e di sicuro senza quello non saremmo arrivate qui, non trovi?? ;D
Un abbraccio e che il 2010 sia bellissimo e pieno zeppo di belle cose.
cm capisco =( io studio per diventare una grande Chef é il mio Sogno da quand’ero piccina =)
Vedo tanto maschilismo in cucina e anke da parte di tanti professori ,é ingiusto,dicono che essendo una ragazza non posso reggere i ritmi della cucina…il mio professoro x fortuna mi sostiene dice che sono una donna con le palle XD é l’idea mi piace!!so benissimo che non avro una vita comune ne una vita privata quando iniziero a lavorare veramente,ma non ostante questo so che trovero grande soddisfazione nella cucina…La cucina é vita x me…quando sn li tra forni pentole e quant’altro dimentico tutto e sono felice perché creo piccoli momenti di piacere per altri e alla fine di tutti i servizi sono stanchissima, sudata ma Felice perché ho creato qualcosa che ha dato piacere ad altri…
Un Bacio=)Sei Forte!!