Scrivo questa lettera a Lei, persona che stimo e ammiro per quello che è riuscito a creare negli ultimi anni a Torino, come direttore del quotidiano La Stampa. Purtroppo la nota dolente c’è: ed è questa, e cioè che non tutte le persone che lavorano per il suo giornale sono ammirabili e degne di complimenti.
Si fa un gran parlare di libertà di stampa, di diritto e rispetto del lavoro dei giornalisti, dei cronisti e di tutti quelli che ruotano attorno al ‘lavoro quotidiano‘ di un giornale. Ma tra i tanti che operano in bene c’è sempre qualcuno che razzola male , e per fare veloce e bene arraffa contenuti e immagini dalla rete, senza nemmeno citare le fonti, prevaricando il diritto sull’opera prima (oltre al diritto d’autore e © ) e soprattutto senza rispettare il lavoro di queste persone.
Nello specifico, caro Direttore Mario Calabresi, mi riferisco all’acquisizione non autorizzata (chiamarlo furto mi fa inorridire e suona davvero male, mi creda) di una mia immagine relativa alla ricetta della Focaccia della Befana, pubblicata su questo blog il giorno 7 Gennaio 2008 e purtroppo utilizzata dalla sua testata per ben 3 volte, senza nessuna autorizzazione. Ora le dico anche quando questo spiacevole incidente si è ripetuto.
La Stampa, Gennaio 2012 e Gennaio 2013 web e Gennaio 2013 cartaceo
9 Gennaio 2013 Articolo di Rocco Moliterni
5 Gennaio 2012 Articolo di Rocco Moliterni
Non contenti, ci hanno riprovato anche su La Stampa del 6 Gennaio 2013 e qui le allego la copia della pagina (con la MIA fotografia)
La FOTO ORIGINALE si trova anche sul mio account flickr, è datata Gennaio 2008 e la può vedere qui
Ho incaricato un avvocato che ha inviato richiesta di risarcimento a Febbraio 2013, chiedendo indennizzo per pubblicazione ed uso della fotografia in oggetto. Silenzio assoluto per mesi e poi ci viene offerta una cifra non congrua alla richiesta. Così decido di chiudere la questione spinosa
A questo punto, Direttore Mario Calabresi, non saprei proprio più cosa dire e pensare, se non che sono profondamente amareggiata.
Come sempre esistono due pesi e due misure.
Le faccio una domanda: se, malauguratamente, una persona come me diciamo si appropria di una fotografia pubblicata sul Vostro giornale e la pubblica sul proprio blog (senza citare la fonte) cosa succede? parte la denuncia per furto di contenuti protetti da copyright?
Attendo suo cortese riscontro.
Cordiali saluti
Sandra Salerno
Per inciso Google Images non è una fonte dove attingere a piene mani e a proprio piacimento delle immagini. SIA CHIARO.
P.S. HO RIFIUTATO L’OFFERTA ECONOMICA E ORA CHIEDO ALLA REDAZIONE DE LA STAMPA, ALL’ARCHIVIO O CHI PER ESSO OPERA IN TAL SENSO SELEZIONANDO ED INSERENDO I CONTENUTI FOTOGRAFICI, CHE LE MIE FOTOGRAFIE VENGANO RIMOSSE IN QUANTO SONO PROTETTE DA DIRITTO D’AUTORE E ©
C’è poco da aggiungere, storia molto triste. Fai benissimo a farti valere! Un abbraccio, a presto, Luca
Mi spiace
Vedo che le date risalgono a anno addietro
lo vengo a sapere solo ora,
mi informo e le faccio sapere asap.
Cordiali saluti,
Anna Masera
Social Media Editor
La Stampa
Che tristezza, un quotidiano così prestigioso che cade su queste cose…
Un vero peccato dal quotidiano che con la rubrica Saper Spendere ha appassionato almeno tre generazioni di massaie, io sono di seconda generazione, tra mia madre e mia figlia. Mi dispiace tanto!
Ma che brutta storia…
sarebbe sufficiente mettere il (c) su ogni foto messa in rete. Onestamente, prendersela tanto mi pare un po’ esagerato, stiamo parlando di “una” foto …
Gabriella non so cosa faccia tu di mestiere, ma se permetti ciò che è di mia proprietà deve restare tale. E per tua informazione la © come la chiami tu, è ovunque sia qui che sulle foto di Flickr. Buona giornata
@Gabriella: non è così semplice e scontato come dici.
Inoltre, la © o i vari watermark si possono rimuovere da una foto senza troppi problemi.
Quindi il problema vero è a monte: se una cosa è mia, mi chiedi se la puoi usare. Punto.
Ma sul web troppo spesso ciò non avviene.
Dalle mie parti questa cosa ha un nome molto semplice: una porcata. Sì, lo so che non è elegante ma il termine da usare è proprio questo, hanno fatto una gran bella porcata. Hai ragione a pretendere quello che ti spetta di diritto, anzi al posto tuo avrei continuato la battaglia legale. Non ti hanno offerto una cita congrua? Insisti, chiedi quello che ti è dovuto. Stiamo parlando in giornale come La Stampa, non del Gazzettino di Canicattì (con tutti il rispetto per i giornalisti di Canicattì, magari hanno un’etica che a Torino se la sognano). In bocca al lupo e non arrenderti, mi raccomando. PS anni fa la sottoscritta lavorava per testate on line, non hai idea di quanti articoli mi abbiano rubato…..