Red lentil soup from Aleppo. © Photograph: Barbara Abdeni Massaad/Soup for Syria

Red lentil soup from Aleppo. © Photograph: Barbara Abdeni Massaad/Soup for Syria

Abbiamo sfamato 200 persone e raccolto oltre 2000 euro, lo scorso sabato a Mondovì.

Questa è l’introduzione del post di Alessandra Abbona* che leggerete oggi.

Ammiro Alessandra, molto. L’ammiro perché riesce a fare tante cose ed è bravissima. Ogni giorno a Pollenzo, tra gli studenti, gli ospiti, i grandi e piccoli chef. Lei c’è sempre per tutti. L’ho conosciuta quest’anno, durante una bella e istruttiva visita + lezione di cucina presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. È scattato un bel feeling tra di noi, complice credo l’età, gli interessi comuni, anche se lei ne ha molti più di me. In più lei fa anche un sacco di bene alle persone.
Dopo aver visto le foto della serata organizzata a Mondovì, le ho chiesto di scrivermi questo post, che racconta di un bellissimo progetto nato per raccogliere fondi da destinare ai profughi siriani che vivono nella valle della Bekaa. Bene durante la cena sono stati raccolti 2000 euro.

Io ora vorrei fare la stessa cosa tra noi blogger: creare una ricetta di zuppa da pubblicare e donare per ogni ricetta una quota da destinare ai profughi. Sarebbe bello se tutti comprassimo  Il libro di Barbara Abdeni Massaad e realizzassimo una ricetta. Il libro è in vendita al costo di $ 30.
Voi intanto pensateci e scrivetemi una mail a sandra@untoccodizenzero.it | Credo che potremmo fare tutti insieme qualcosa di bello per Natale. Che ne pensate?

Ali

Abbiamo sfamato 200 persone e raccolto oltre 2000 euro, lo scorso sabato a Mondovì.
In tavola un menù siriano a base di homsìa (crema di ceci), fatayer (fagottini al forno ripieni di verdure), kibbeh (polpettine di bulghur fritte alle verdure), mlacse (zuppa con bulghur), kofte kebab con insalata siriana, pane arabo e salsa yogurt, e come dessert focaccia dolce alle spezie con crema agli agrumi.
Tutto è nato attorno a “Soup for Syria” un libro realizzato da un’amica fotografa e scrittrice libanese, Barbara Abdeni Massaad, in cui sono raccolte ricette di zuppe e minestre “donate” da chef famosi, come Anthony Bourdain, Yotam Ottolenghi e Sami Tamini e mostri sacri della scrittura gastronomica come Claudia Roden.

Barbara, attenta e sensibile al dramma dei rifugiati siriani nel suo paese, (sono quasi 2 milioni su 4 milioni e mezzo di abitanti), ha iniziato a recarsi periodicamente nella valle della Bekaa, dove vive in condizioni malsane la maggior parte dei rifugiati, e a portare beni di prima necessità. Poi si è chiesta come mettere a frutto i suoi talenti: quindi ha deciso di cucinare per loro e di fotografarli per testimoniare. Infine, su spinta di amici e sostenitori, ha deciso di pubblicare un libro e di devolvere tutto il ricavato dalle vendite alla sua ormai famiglia allargata nella Bekaa.
Si dà il caso, inoltre, che all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, studi Ali, un giovane siriano, che Barbara, in qualità di referente Slow Food Beirut, ha aiutato a completare la difficoltosa trafila burocratica per giungere in Italia.
Ali, insieme a Valentina e Sara, sue compagne di corso, ha voluto attivarsi per contribuire all’operato di Barbara, e mi ha chiesto come fare per poter organizzare un evento di raccolta fondi.
A me è subito venuta in mente MondoQui, un’associazione con la quale collaboro, che da anni sta lavorando sul territorio di Mondovì per favorire l’integrazione e l’incontro tra culture diverse.

MondoQui Cena pro Siria

Presieduta da Claudio Boasso, e composta da giovani e meno giovani di ogni origine, MondoQuì organizza feste, conferenze, corsi, oltre ad animare una squadra di calcio multietnica. Una delle attività più apprezzate sono le cene dove i monregalesi di origine straniera propongono i loro piatti o a volte cucinano insieme agli “indigeni” piemontesi, intersecando le culture culinarie.
La particolarità più originale di questa associazione è la sua sede, che sorge nella stazione ferroviaria cittadina.
Come? Due anni infatti MondoQui ha avuto in comodato dalle Ferrovie due locali inutilizzati che ha riqualificato grazie al volontariato e ad un progetto che ha coinvolto anche un gruppo di rifugiati africani ospitati in città. Ora nella sede, che funge da centro di incontro, si tengono attività culturali, formative, musicali.
Insomma, nel suo piccolo, l’associazione si sta dando molto da fare per il cambiamento.
Ecco perché alla richiesta degli studenti pollentini mi sono detta: “Chi, se non MondoQui?”.
Ho quindi fatto incontrare i volenterosi giovani aspiranti gastronomi con Claudio e gli altri volontari. Così è nata l’idea della cena.
Location: la grande sala dell’oratorio del Sacro Cuore di Mondovì Altipiano, equipaggiata di modernissima cucina attrezzata. Voilà, ecco fatto.
Partita la campagna di comunicazione ci siamo ritrovati venerdì sera con 170 prenotati da sfamare.
E siccome si era deciso di preparare tutto sul momento e servire impiattato, sabato pomeriggio è iniziata la maratona.
Il problema è stato che invece di 170, le persone giunte nel salone per la cena si sono rivelate 200. Panico!! Sarebbero bastati gli ingredienti previsti per tutta quella gente? Con un po’ di organizzazione ce l’abbiamo fatta.
A capo della brigata, in cucina, c’era Valentina, che aveva assorbito via skype i consigli della mamma di Ali, provetta cuoca ora residente in Germania, e ci dava le istruzioni.

Un gruppo ad appallottolare le kibbeh di bulghur e patate, un altro a tirare con il mattarello il pane arabo, altri a infornare e sfornare i fatayer: mentre i ragazzi più forzuti a montare tavoli e spostare sedie.
Una perfetta macchina coordinata: dalle 16 a mezzanotte non abbiamo mollato il tiro e servito due sale (perché alla fine abbiamo dovuto sistemare gli ospiti anche nel vicino bocciodromo).
Ai fornelli c’erano Siria, Italia, Marocco, Congo: il menù passato tra le mani di 3 continenti è stato molto apprezzato.
A fine serata, stanchi e digiuni (perché abbiamo servito tutto il cucinato!), ci siamo ritrovati un incasso di oltre 2000 euro.
In settimana trasferiremo a Barbara i fondi, che andranno in medicinali e cibo per bambini.
Da Pollenzo alla Bekaa, passando per Mondovì.
Alessandra Abbona

*Alessandra Abbona
Classe 1968, communication officer, giornalista free lance, è laureata in scienze politiche e poi in antropologia sociale, con particolare interesse per migrazioni, Mediterraneo e Medio Oriente. Ha sviluppato conoscenze sugli intrecci religiosi, sulle culture e subculture nei paesi del Mediterraneo. La musica è la sua passione. È inoltre una mamma ansiosa ed è allergica a chi non ha mai dubbi.

Cena Pro Siria, MondoQui