Oggi non era in programma questo post, ma dopo quello che è accaduto ieri, prima del nostro pranzo, ho pensato che forse era meglio raccontarvi la storia.
La mia intenzione era di pubblicare una delle nuove ricette light del regime che mi sta impegnando (non poco) in questi giorni. Purtroppo a causa di un ospite inatteso ho dovuto cambiare i programmi proprio all’ultimo…
Sabato mi sono recata dal pescivendolo per acquistare del pesce per la nostra cena e il pranzo di domenica.
Tra le altre cose, finite le alici, ho dirottato la mia attenzione su delle sarde (molto belle e fresche). Ne compro quasi mezzo kg, ad un buon prezzo, € 5 al kg.
Metto in frigorifero (non potendomi dedicare all’operazione di pulizia nell’immediato), dando l’appuntamento ai pesciolini a domenica mattina, per il pranzo.
Come d’abitudine preferisco pulire il pesce a casa e (se proprio non sono di corsa) togliere l’incombenza al pescivendolo (visto che di sabato mattina ci sono mediamente dalle 8/10 persone in coda).
Mi armo di guantini usa e getta, giornali per le lische e le teste e inizio il lavoro. Eviscerare il pesce a molti da fastidio, ma io lo faccio sempre volentieri. Anche durante qualche serata in cucina.. Meglio sapere come si fa, no?? :)) ma spesso le signore che partecipano alle serate in cucina non gradiscono l’operazione pulizia dell’alice! Peccato..
Dopo aver eliminato la parte più grossa delle viscere, lavo velocemente e ricontrollo una per una le sarde ( o alici, dipende dalle volte).. ed è qui, al secondo controllo che la vedo, la bestiaccia, ormai defunta.. giace tra la lisca e la carne della sardina un filamento (più che un vero e proprio vermetto) bianco lungo circa due cm.. di nome ANISAKIS! Argggggg… e la mia idea di pranzo della domenica a base di pesce azzurro va a farsi benedire! Avrei potuto cuocere il tutto, ma dopo averla vista, l’infingarda, non me la sentivo proprio di mettere QUEL pesce in forno.. e ha preso la via del sacco della spazzatura.
In Italia, purtroppo, si parla ancora poco di Anisakis, eppure fa molti più danni della cugina tenia.. La tenia viene curata con le medicine.. se il paziente è colpito da anisakis l’unica via di cura è l’intervento chirurgico!
L’ANISAKIS è un nematode normalmente presente come parassita intestinale in numerosi mammiferi marini (delfini, foche, etc.)
Nel disegno qui sotto è ben spiegato il ciclo vitale dell’anisakis:

Potete leggere notizie interessanti sull’argomento qui: Il pesce crudo: acquisto e preparazione, ma anche qui pesce crudo.
I pesci che di solito sono soggetti ospiti delle larve di anisakis simplex, sono: tonno, salmone, sardina, acciuga, merluzzo, nasello e sgombro… ma anche le aringhe e il pesce sciabola.
Qui invece la testimonianza di una donna vittima di un pranzo a base di alici marinate (chissà come..) Il Centro, quotidiano dell’Abruzzo.
Non molti sanno che una circolare del ministero di sanità del 1992, ancora in vigore, obbliga chi somministra pesce crudo o in salamoia (il limone e l’aceto non hanno alcun effetto sul parassita) ad utilizzare pesce congelato o a sottoporre a congelamento preventivo il pesce fresco da somministrare crudo. Questo vale anche per casa!!! basterebbe mettere il pesce (pulito) nel congelatore per 4 giorni a -18°. Semplice, ma chi ci pensa???

Credo di avervi lasciato molte notizie da leggere su questo simpatico parassita intestinale.. Come dice il proverbio, prevenire è meglio che curare!

Ora invece vi racconto quale ricetta ha preso il posto delle sarde, all’ultimo minuto nel nostro pranzo di ieri..
la pasta era la stessa (troccoli freschi, grammi 200), la verdura da abbinare anche (agretti).. mancava la parte golosa, quella che doveva sostituire la sarde. Sbircio in frigorifero: pancetta.. uova di quaglia… :))) Ecco il condimento per la nostra pasta!
Visto il regime iper dietetico, faccio saltare la pancetta (50 grammi) in una padella antiaderente, aggiungo due forchettate di agretti (già cotti) e un bel pizzico di peperoncino.. metto su l’acqua per la pasta…intanto che l’acqua raggiunge il punto di ebollizione, faccio cuocere le uova di quaglia, non sode. In due minuti sono quasi cotte, ma restano con il tuorlo morbido. Butto la pasta.. Scolo al dente, salto in padella con la pancetta e le verdure e aggiungo all’ultimo due uova di quaglia tagliate a metà. Una macinatina di pepe et voilà.. il pranzo è servito!
La foto potrebbe partecipare tranquillamente alla selezione per un museo degli orrori.. ma la fame aveva la precedenza su tutto! Anche sulle pose d’artista… :))
Troccoli, pancetta affumicata, agretti e uova di quaglia...

Credit per il grafico a ceirsa.it