Barbados Bottom Bay 2

Negli occhi e nel cuore

Barbados è un altro di quei luoghi che ti acceca, letteralmente: ti sorprende con la sua luce, il calore appena arrivi all’aeroporto, non hai nemmeno tempo di salire sul taxi che già le narici sono piene di profumi e la mente inizia ad elaborare sapori intensi e forti che ti fanno pregustare la cucina locale, immaginare quante e quali prelibatezze ti attendono.

Quest’isola è rimasta in stand by nella mia mente per tanti anni. Nel lontano, anzi lontanissimo , 1998 (se la memoria nn mi inganna) dovevo partire con un’amica per le vacanze estive. Avevamo deciso per il mese di Luglio e la meta era proprio Barbados. Poi a causa di una sua appendicectomia d’urgenza abbiamo dovuto rinunciare al viaggio. E da quel famoso di l’isola è rimasta nei luoghi da vedere, la mia personale lista del mondo ancora inesplorato.
Mi sono sempre detta ‘vedrai che prima o poi l’occasione arriva e il viaggio a Barbados lo farai‘.
Così quando ho ricevuto la proposta da Aigo all’inizio di Ottobre, per il viaggio stampa internazionale, mi è venuto da sorridere: mai direi mai amici :)


Ho aperto il post con due simboli di Barbados: le meravigliose spiagge e il rum che manco a dirlo la scorre a fiumi, soprattutto durante il week end.
Abbiamo avuto modo di assaggiare la vita locale sia venerdì sera che sabato e devo dire che non è niente male, anzi! La popolazione è molto ospitale e fanno di tutto per metterti a tuo agio e farti divertire, karaoke compreso. ;)
Giovedì appena giunti in hotel eravamo ancora molto spaesati. In effetti viaggiare di giorno non è proprio il massimo e arrivare a Bridgetown alle 4 del pomeriggio, quando a casa sono le 21… ve lo raccomando. Crollata stecchita alle 9 di sera, quasi senza aver mangiato nulla. Tutto dire per me eh? Niente cibo!

Una parte del mio pranzo: Pepperpot !! Un meraviglioso stufato very spicy :) love it! #traveltobarbados #barbados #foodie #food

Barbados All Saints Beer

Il viaggio vero e proprio è iniziato venerdì mattina. Oltre a me in questa breve ma intensa avventura,  6 tra giornalisti e blogger, un bel gruppo molto eterogeneo: dalla carta stampata tedesca al freelance svedese (che vedete armato di sigaro poco sotto!). Siamo stati insieme per quasi 5 giorni e le cose sono andate a gonfie vele. Sì, perché può anche capitare che a volte i compagni di avventure non siano molto simpatici, ma fino ad ora sono stata fortunata.
venerdì 16 Novembre partenza con il minibus per la visita alla Royal Barbados Cigars. Vi chiederete come mai, visto che a Barbados non ci sono piantagioni di tabacco. Semplice, hanno iniziato a produrli parecchi anni fa (importando tabacco da Cuba) e da allora hanno continuato. Non sono una fumatrice, ma da quello che mi ha detto Adres la qualità era ottima. Dopo i sigari la nostra escursione in giro per l’isola ci ha portato sul versante Est, esattamente a Bottom Bay e in merito a questa spiaggia non saprei cosa altro dirvi se non guardare le foto, soprattutto quella di apertura del post: il paradiso in terra!
La parte Est è quella più selvaggia, ventosa e amata dai surfisti e dagli amanti del kite surf. Qui ci sono anche alberghi a loro dedicati, immersi nella natura a ridosso delle spiagge. Per poter godere appieno delle onde, già dalle prime luci dell’alba.

Dopo Bottom Bay, la nostra guida ci conduce verso The Cove, il ristorante di Laurel Ann Morley, autrice del libro di ricette caraibiche ‘Caribbean Recipes: Old and New‘. Laurel ci attendeva per una dimostrazione/degustazione di cucina bajan: stuffed crab backs, fried filets of flying fish (filetti di pesce volante), chips di Jack fruit (lo vedete nella foto del mercato qui sopra!).
La tradizione gastronomica di Barbados deve la sua cultura alle moltissime popolazioni che sono transitate sull’isola. Il cibo e la storia delle Barbados sono stati a lungo influenzati da genti provenienti da Inghilterra, Portogallo, Spagna fino all’Africa occidentale. Gli schiavi provenienti dall’Africa occidentale, che furono portati a Barbados nel 17esimo secolo, influenzarono la cucina del posto e molti dei piatti che trovate nei migliori ristoranti dell’isola derivano da quella cucina, fatta di cibi semplici: verdure, pesce e molte spezie.


Dopo il fantastico pranzo e le chiacchiere con Laurel Ann, risaliamo sul mini bus direzione St. Nicolas Abbey Rum Distillery: visita guidata della distilleria di rum, degustazione (dopo pranzo direi perfetta!) e tour nel bellissimo giardino botanico della proprietà.

Rientriamo in albergo verso le 18, giusto in tempo per un tuffo al tramonto, prima della cena. Ci attendeva una serata davvero particolare ad Oistins.
Presso la città di Oistins, nella costa sud di Barbados, ogni venerdì sera si celebra il fine settimana, e lo si fa in modo molto serio: una specie di Sagra del Pesce coinvolge tutta la popolazione (o quasi) dell’isola e ci si ritrova seduti su lunghissime panche di legno, assieme alla gente del posto, a celebrare il buon cibo e le persone coinvolte nella pesca locale, nessuno escluso! Queste serate sono un’attrazione unica che offre svago e divertimento sia per i residenti che per i turisti. Musica, cibo & Rum! What Else? :)
Si mangia a suon di musica calypso e reggae, si può anche ballare tra un assaggio e l’altro, ovviamente. La cucina è 100% Bajan: fish cake, fried & spiced grilled green Dolphin -che non è delfino, ma un tipico pesce dei Caraibi che si pesca a Barbados che viene chiamato Green Dolphin! Ovviamente il tutto accompagnato con una birra, fiumi di birra Banks.

Sabato 17 Novembre: direzione Bridgetown per una visita alla città, mercato compreso. A causa di un’imprevista sosta per un rum punch (non so come mai, ma gli abitanti di barbados durante il fine settimana amano molto fare di queste pause rinfrescanti!) iniziamo il giro di perlustrazione verso le 11.30: a 35° e sotto il sole cocente vi assicuro che mente ha iniziato a dare qualche segno di cedimento: alle ore 14 ci dirigiamo verso il Waterfront restaurant per una meritatissima pausa pranzo, a base di cucina bajan! La mia scelta è ricaduta per l’ennesima volta su Bajan fish cake (polpette a base di merluzzo, patate ed erbe miste) e su uno speziatissimo Pepperpot, stufato di carni miste e spezie, molte, molte, moltissime spezie (con riso bianco) :) dopo pranzo un giro all’interno dell’arena dove si svolgeva il mercato dei produttori e dello street food dedicato al Food&Wine festival: altro giro di birre. Davvero ottima la 10Saints, unica birra artigianale di Barbados, invecchiata nelle botti dove viene prodotto il rum: al naso delicata e fiorita, in bocca un vago sentore di miele. Mi è piaciuta talmente tanto che ho chiesto al proprietario dell’azienda, Shane Thomas, se per caso fosse in vendita (o se avessero intenzione di ..) anche in Europa. :-) Vi terrò aggiornati! Dopo una serie di piccoli assaggi tra cibo, birra e rum rientriamo in hotel. Per un paio d’ore di riposo prima della cena.

Dalla finestra della camera una vista magnifica, un vero toccasana per gli occhi e lo spirito. Diciamo che questo viaggio, tra le mille cose da fare e organizzare e lo stress di tutti i giorni, ci voleva: il sole di Barbados mi ha ricaricato le batterie per affrontare gli ultimi 2 mesi di questo intenso ed emozionante 2012.

La cena di sabato sera si è svolta in un delizioso ristorante sulla spiaggia, il Lobster Alive: il nome del locale vi fa capire cosa abbiamo mangiato a cena e la foto proprio qui sotto ve lo spiega nel dettaglio :) Oltre alla magnifica vista, ogni sera presso il Lobster alive si tengono concerti jazz. Ottimo cibo e eccellente musica dal vivo.

Domenica 18 Novembre: al mattino un paio d’ore di relax in spiaggia per poter affrontare la camminata nella foresta del pomeriggio, alla scoperta del territorio dell’isola di Barbados: le piantagioni di canne da zucchero, la vegetazione locale e soprattutto l’amore che la popolazione ha per la propria terra. A passo quasi militare, sotto una pioggia battente ci siamo inoltrati per parecchi chilometri alla scoperta del territorio. Alla fine però, Britta (la collega tedesca) ed io abbiamo abbandonato il campo. 16 km erano decisamente troppi!! Rientrate al punto di ritrovo abbiamo attesa il mini van che ci ha riportato in hotel, dove mi sono buttata nella vasca piena di acqua bollente! da non credere amici. Una marcia così nemmeno in Full Metal Jacket :-) Questo per far capire a chi crede che quando si parte per questi viaggi ci si trastulli tutto il tempo. Capito amici?
A cena (i colleghi erano decisamente distrutti dalla stanchezza, dopo l’esperienza del pomeriggio) ci siamo trasferiti al The Tides: cucina tipica bajan, in un contesto davvero suggestivo ed unico. La mia scelta è andata verso un piatto decisamente speziato, ma d’altronde come si fa a non scegliere quelli tipici, ricchi di aromi e profumi del posto? Quindi gamberoni al curry, cotti nel latte di cocco e serviti con riso selvaggio in una noce di cocco. Aperitivo? margarita e per la cena Anders ha deciso per un Pinot nero cileno. I liquidi andavano ripristinati degnamente :) Dopo cena tutti a nanna anche se qualcuno avrebbe voluto tirare tardi con chiacchiere e rum. Il giorno dopo ci attendeva la crociera più alcolica dell’anno, Bar B Party Cruise, quella che chiudeva il Food&Wine Festival.
Quest’anno le presenze al festival sono aumentate e alla fine abbiamo optato per un approfondimento del cibo locale e la visita dei luoghi più interessanti di Barbados: in 3 giorni non si poteva fare tutto!

Lunedì 19 Novembre, last day in Barbados: direzione Bridgetown per imbarcarci su The Jolly Roger 1: cibo, musica, sole, mare (immersioni in mezzo alle tartarughe e snorkeling) e tanto rum. la degna chiusura di questa esperienza caraibica.
L’aereo di rientro su Londra ci attendeva alle 17. Un doccia veloce, cambio d’abito riprendendo sembianze europee, dopo aver indossato sandali e short per qualche giorno.

Impressioni: È stata una bellissima esperienza, anche se molto breve. Ho avuto modo di pensare alle differenze tra la popolazione di Barbados e quella di Mauritius: la base è molto simile, avendo un territorio ricco e rigoglioso, tradizione gastronomica forte con influenze europee entrambe le isole, dovuta anche al commercio e al passaggio di genti nei secoli. Le spezie, le erbe e i prodotti del mare e della terra. La canna da zucchero, il rum. Ma mentre Barbados ha il fuoco, la simpatia che caratterizza tutti i popoli caraibici dall’altro lato Mauritius ha in serbo per i visitatori la riservatezza, i modi gentili e ossequiosi del suo popolo, quasi a non voler disturbare la pace che l’isola ci trasmette. Due facce della stessa medaglia, due modi di vivere unici, che caratterizzano due popoli diversi, ma altrettanto ospitali.

Per chiudere lo slideshow su Flickr, se qualcuno vuole dare un’occhiata alle altre fotografie :-)

Grazie a Aigo e all’Ente del Turismo di Barbados per l’invito e l’ospitalità.
Un saluto affettuoso al gruppo di colleghi che hanno condiviso con me questa esperienza: Britta, Anders, Cintia, Juliette, Adrian, Julia, Bram. See you !!

Io passo e chiudo e attendo il 2013. A Gennaio è in programma un viaggio tres gourmand.