Pere, grana e olio e.v. di oliva del garda Il Brolo

Mentre pensavo al titolo di questo post ridevo da sola :-)
La frase è vecchia, lo so. Ma sempre valida e quanto mai attuale. Il cacio e le pere fanno parte della nostra storia, ma tanti di voi non sanno che si possono condire le pere con due gocce d’olio. Ma l’olio deve essere buono buono!
Mi sono sempre chiesta perché la gente spenda tanti soldi per una bottiglia di vino, che mal contato entro un pasto al massimo due si svuota, e sempre poco, spesso pochissimo,  per una bottiglia di olio.
Ci avete mai pensato?? Io sì, eccome. Ed è una cosa che mi crea qualche problema, davvero. Sono sempre stata per il poco ma buono, e l’olio per me deve essere buono, senza ombra di dubbio.
Conobbi Patrizia Rampa ed il suo olio e.v. d’oliva del Garda bresciano Il Brolo, due anni or sono, in quel di Genova, durante Terroir Vino e ci fu subito feeling. Sarà che siamo donne, sarà che amiamo alla follia il nostro lavoro, iniziammo a chiacchierare di cucina, olio, mangiare bene e, ebbene sì, bere bene. Che non guasta mai. ;)

Ci siamo tenute in contatto durante questi due anni, ma intensificato la conoscenza negli ultimi 6 mesi, grazie anche al nostro social network preferito, twitter! Poi una sua visita a Torino, a scoprire la bellezza della nostra città, più che altro la gastronomia direi, vero Patrizia?
E così che ci siamo ritrovate a parlare,  davanti ad un buon bicchiere di vino, di tante idee, progetti e cucina. Una miscela esplosiva direi: una produttrice di olio e.v. d’oliva + una foodblogger malata di cucina.. OMG !

Olio e.v.di oliva Il Brolo

Preparando questo piatto la scorsa settimana, ho pensato a Patrizia. Per lei il suo olio è come un figlio, una creatura da seguire, accudire, amare e poi lasciare andare, quasi a malincuore. Si perché la produzione annuale de Il Brolo si aggira intorno agli 800 litri, quindi capirete bene che ogni volta che una bottiglia di olio se ne va, va via un pezzo di cuore.
In degustazione oggi olio e.v. di oliva monocultivar Casaliva, che ha ottenuto la D.O.P.
Poi assaggiandolo comprendete anche perché ci si affeziona: al naso sentore di carciofo, con note spiccate di erba fresca, di un bel colore verde. Da solo, su una fetta di pane appena scaldato è un tripudio di profumo e sapore.
Questa ultima produzione, fortemente voluta da Patrizia, è limitata a 120 bottiglie (circa 30 litri) avendo raccolto solo 250 kg di olive, rispetto al blend (Cultivar Leccino 70%, Casaliva 25%, Pendolino, altre varietà 5%).
Avendo a disposizione una delle 120 bottiglie del Monocultivar, ho azzardato l’abbinamento con la pera, succosa, dolce e fresca, ma da servire assolutamente con la buccia (pere biologiche). Accompagnando la degustazione con un pezzetto di grana padano Selezione (di un produttore vicino, molto vicino a noi). Una spolverata di pepe sulle pere a finire il piatto.
Tutto qui direte voi. Ebbene sì, tutto qui. Ma la forza di questo piatto, il suo valore aggiunto, sta nella semplicità degli ingredienti, nella loro bontà. A volte non servono pozioni magiche, ma solo coerenza e rispetto delle materie prime. E qui, se mi permettete, di materie prime di eccellenza ne abbiamo tre, tutte made in Italy (lasciamo perdere i MacItaly!!)

Sto meditando una gita in quel di Polpenazze del Garda, patria degli ulivi della tenuta, che mi dicono essere bellissima. Lo credo. Quella zona è meravigliosa, e di sicuro in primavera il lago è qualcosa di unico per profumi e colori,  un microclima perfetto.
E non vedo l’ora di abbracciare uno degli ulivi centenari, tra i 480 presenti nell’oliveto. Già la parola centenario mi manda in estasi: una pianta che produce olive da un paio di secoli, forse più. Io non c’ero, nemmeno voi, e magari fra un centinaio di anni loro saranno ancora li, a produrre. E noi?
Vi aspetto per la prossima puntata de Il Brolo su Un tocco di zenzero. Mi piace raccontare dei miei incontri, come avrete capito, ma soprattutto mi piace raccontare la passione, la storia che sta dietro a questi incontri e ai prodotti.

Pere&Olio