Ottobre è stato un mese ricco. Ricco di eventi, di lavoro, di impegni, di cose belle da fare. Di corsi di aggiornamento. Credo di essere arrivata alla fine del mese con le orecchie fumanti.
Tra le tante cose, una su tutte il viaggio lampo a New York per seguire Identità Golose per il Pastificio Felicetti. Come si dice? è un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo :)
Mi sono persa piccoli pezzi per strada, ma come Pollicino butto le molliche di pane per ritrovare il sentiero. Ed eccomi qui a raccontarvi, o meglio, suggerirvi cosa fare nella Grande Mela anche se avete solo 3 giorni. Io ci sono riuscita, quindi potete farlo tranquillamente anche voi.
N° 1, Dim Sum da delirio!
Red Farm o tutto quel cibo cinese, quello favoloso, che vorreste trovare in Italia, ma ahimè non è possibile (o quasi). Grazie a Riccardo Felicetti ho scoperto questo luogo delle meraviglie. Se avete in programma una gita/viaggio a New York non perdetelo assolutamente! Pranzo, cena o un molto americano take away. [la foto mostra il menù, diciamo che potrebbero migliorare l’illuminazione per noi foodie ;)]
N°2 Margaritas a go goooo? Yes, please.
Rosa Mexicano
Siamo stati da Rosa Mexicano per un margarita e una porzione abbondante di guacamole. Poi i margaritas (al plurale) sono diventati due a testa e il guacamole si è trasformato in un simpatico messicano che ce lo ha preparato al tavolo, live. Erano talmente buoni, i margaritas, che siamo tornati il giorno dopo per berne un altro. Ops. Altri due. Ma d’altronde era venerdì pomeriggio, se anche il cameriere ha esclamato ‘take it easy guys, it’s friday! Tutto a posto no?
L’ho già detto andateCI a bevete due margaritas?
N°3 ottima cucina italiana e non solo.
Da Palma , in Cornelia Street
Ci sono stata per incontrare un’amica, che da quasi due anni è chef proprio qui, da Palma. Dovevamo bere solo un aperitivo e poi andare a fare due passi e mangiare un boccone insieme. Invece, nonostante Angie lavori qui, ci siamo fermate per cena perché l’aria che si respira da Palma è quella di casa, di un luogo dove ti senti a tuo agio. Accanto a noi, al bancone del bar, un signore di una certa età, solo. Mi sembrava una persona abituata a stare lì, a chiacchierare con i camerieri e la barman, a ridere. Angie mi dice che sì, lui è un cliente super affezionato, che è a cena da Palma molto spesso. Una persona a cui piace mangiare e bere bene. Bello, penso. Bello sapere di avere un luogo caldo ed accogliente che ti fa sentire come a casa. Casa. Un luogo dove magari non torni così presto, perché non hai nessuno che ti aspetta. Ci tornerò da Palma, per rivedere Angie e magari per cenare sotto le stelle.
New York, ehmmm per sdrammatizzare Wall Street : )
N° 4 colazione, brunch. Tutto.
The Vine, Eventi Hotel
Galeotta fu la pioggia e la voglia di camminare, nonostante il brutto tempo. A New York non riesco mai a dormire troppo a lungo, la città ti trasmette una strana energia, che ti entra sotto la pelle e ti fa svegliare all’alba, vestire e uscire per strada, a respirare questa metropoli incredibile e unica. Sono stata al The Vine per due mattine consecutive, per la mia colazione. Come ben sapete la colazione per me è molto importante e amo farla con calma, molta calma. So di essere fortunata, perché ogni mattina mi prendo almeno mezz’ora tutta per me, per decidere cosa mangiare, cosa bere, cosa leggere. A New York ovviamente non ho cambiato le mie preziose abitudini.
La porta dell’hotel è una calamita pazzesca e se sei fuori ti dici ‘io entro‘ senza pensarci due volte. Anzi, pensi che ti sembra già di essere stato qui, uno di quei posti dove scatta il colpo di fulmine, un meraviglioso deja vu. Ci sono tornata la seconda volta, perché la prima mi ha incantato e poi perché sono una di quelle persone che pensa perché cambiare se mi sono trovata bene? Ci sono tornata per il servizio, l’ambiente, e anche per i clienti. Sì, anche per loro. Persone educate, per nulla rumorose. Per il cibo. 25 $ per la colazione al buffet, con bevande calde, succhi di frutta e centrifugati, cibo dolce e salato (indovinate quale ho preso?)
Per farvela breve se volete stare comodi e con vista sull’Empire State Building, prenotate una camera all’Eventi Hotel (sulla 6th) e fate colazione giù da basso, al The Vine. Se avete già prenotato da un’altra parte, venite per gustarvi l’atmosfera. Secondo me ci tornate almeno una seconda volta.
N° 5 Un Negroni al The NoMad Bar
La sceneggiatura potrebbe essere: mi sento così tanto immersa nella parte di Carrie di Sex & The City, che sto aspettando le mie tre amiche del cuore, tacco 12 e gonna vertiginosa. È sabato sera e voglio bere due cocktail (non so perché ma a New York due è un numero ricorrente). Cosa faccio? entro al The NoMad e mi siedo al bancone, mollo la carta di credito al cameriere e inizio a fantasticare su cosa farò domani, visto che è domenica e vivo a New York. Magari una passeggiata a Central Park. Per il brunch vedremo, chissà cosa vuole fare Mr Big.
Poi uno spintone mi riporta alla realtà. Non sono Carrie, però caspita, Sono al The NoMad! Sono qui con tre amici e mi godo questa mia ultima sera a New York. Mi sento incredibilmente bene, sono felice e penso che non è fortuna, no. Penso che me lo merito proprio.
A farla breve non venite a New York se non pensate di passare da questo tempio di bellezza, di stile e talento. Sarebbe un’occasione persa, credetemi. Eliminate dalla lista quelle scarpe, quelle che avete visto su quel sito figo americano, sì. Dai, che tanto di scarpe ne avete già troppe. Venite qui, strisciate la carta di credito, magari dopo il Negroni, pure per la cena. Pare che il pollo arrosto sia una favola. E se lo dice il mio amico Giuseppe Rosati gli credo.
Ringrazio per l’opportunità e le scoperte foodie (ho coniato un hashtag per l’occasione, #tregiornipazzeschi) Riccardo Felicetti che, oltre ad essere un grande amico, è una persona che conosce bene il mondo (lui sì che è un vero globe trotter!) e condivide con gli amici le scoperte gastronomiche, un uomo molto generoso. (Grazie anche a Deborah ;) )
Grazie per esserci stati a Angie Musci, che è stato bello incontrare per la prima volta, proprio qui a migliaia di km da casa, Giuseppe Rosati, grande esperto di vini e di cibo, per avermi portato al The NoMad bar.
Ora che conosco la strada organizzo una bella spedizione per il 2016: affitto un appartamento, e ci resto come minimo 10 giorni. Forse anche di più.
Siete avvisati amici!
P.S. aggiungo un posticino da tenere in considerazione per la colazione, pranzo o merenda, dal nome croccante, Bien Cuit, luogo di delizie da perdere la testa! Creazione di Chef Zachary Golper, lente e lunghe lievitazioni per pane, brioche e prodotti da forno. E già che ci siete comprate anche il libro.
Interessante articolo!