Bocuse d’Or 2013

Nato nel lontano 1987 (anno del mio diploma, che combinazione) il Bocuse d’Or è giunto quest’anno alla sua 14esima edizione. Considerata la versione enogastronomica delle Olimpiadi, è probabilmente la competizione più importante del mondo, voluta e sostenuta fin dal primo anno da uno degli chef più conosciuti e apprezzati del globo, Mr Paul Bocuse.
Essere a Lyon durante il Bocuse d’Or è stato per me un onore e un’emozione unica: poter seguire da vicino la competizione, fare il tifo per la nostra squadra, essere gomito a gomito con il gotha dell’alta cucina mondiale.
Uno chef a caso? Thomas Keller, una delle icone mondiali, un mostro sacro, proprietario di alcuni ristoranti (tre stelle michelin contemporaneamente, per due dei suoi locali ) oltre che autore di numerosi [e molto venduti] libri di cucina, tra cui il più famoso tra tutti, The French Laundry.
Durante l’aperitivo all’Hotel de Ville, prima del Diner des grands chefs (lunedì 28 Gennaio, cena preparata dagli chefs di French Laundry and Per Se – di Thomas Keller), ho avuto modo di stringere la mano a Gualtiero Marchesi, Enrico Crippa (in giuria d’onore con Rasmus Kofoed e Jerome Bocuse), Emmanuel Renaut, Anne Sophie-Pic, Giancarlo Perbellini, farmi fotografare con Alain Ducasse :) ed intenerirmi davanti ad un uomo che ha creato il mito della cucina mondiale del XX secolo, ma che ormai fa persino fatica a camminare, Paul Bocuse.

Poter fare un’esperienza del genere non è da tutti, e ogni giorno di più sono felice e orgogliosa di aver intrapreso questo cammino. Un passo alla volta, senza spingere.

(La squadra italiana: Alfio Ghezzi e Sebastiano Cont)
La squadra italiana al Bocuse d'Or: Alfio Ghezzi e Sebastiano Cont

24 squadre in gara (di altrettanti paesi), due giorni per le competizioni, 2 piatti da cucinare per ogni squadra (carne e pesce) in un tempo ben definito (5 ore e 35 minuti cronometrati), un tifo da stadio come ai mondiali di calcio, adrenalina a mille per gli chef partecipanti, 24 giudici e solo 3 i vincitori. Questo a grandi linee il Bocuse d’Or. Se volete rendervi conto di cosa si tratta, ho postato un breve video, pochi secondi che però vi serviranno a comprendere l’ambiente che circonda chi partecipa a questa manifestazione: arrivano persone provenienti da tutti i paesi in gara, armate di trombe marine, trombette, campanelli, t-shirt, striscioni. Tutto e solo per sostenere gli eroi cocineri sul campo, sinceramente non me lo sarei mai aspettata!
La nostra squadra ha gareggiato mercoledì 30 Gennaio, insieme a Estonia, Australia, Svizzera, Francia, USA, Inghilterra, Norvegia, Ungheria, Danimarca, Sri Lanka e Giappone.

Heidy Pinnak, l’unica chef donna in gara al Bocuse d’Or 2013 (squadra Estone)
La chef estone Heidy Pinnak- Bocuse d'or

Stare davanti ai box di gara è un po’ come entrare negli spogliatoio pre partita: si impartiscono ordini, affettano astici, selezionano verdure, si preparano infusioni, si beve Red Bull per tenersi su :P Ho visto fare le cose più strane, i body guard dell’organizzazione in certi momenti tenere a bada la stampa, anche perché sfido chiunque a organizzare il lavoro per un’impresa così importante con una serie di personaggi armati di obiettivo, che ficcano letteralmente il naso nei taglieri per avere l’inquadratura migliore, con lo chef che li guarda in cagnesco. Ci vuole veramente una bella faccia tosta. Io mi sentivo più come Zeta la formica: appena si spostava qualcuno dai banchi, mi avvicinano con riverenza e in religioso silenzio catturavo qualche attimo, uno sguardo, un taglio, il particolare di una preparazione. Anche se gli attimi più belli ed emozionanti sono chiusi nella mia mente. Come il pianto liberatorio dello chef giapponese appena dopo aver terminato la preparazione dei due piatti: non ha smesso per molto, moltissimo tempo, credo abbia pianto per più di un’ora. Però alla fine è stato premiato!

Il super concentrato vincitore dell’edizione 2013, Thibaut Ruggeri
Il vincitore del Bocuse d'Or 2013, Thibaut Ruggeri

Lo chef vincitore, Thibaut Ruggeri, è stato in assoluto il più fotografato, filmato e idolatrato di tutta la competizione: davanti a lui sempre un muro tra stampa, tv e fotografi da non riuscire nemmeno a vedere quello che stava facendo. Infatti uno dei nostri chef mi ha sussurrato all’orecchio ‘chissà cosa starà combinando la dietro’ :D

Bocuse d'Or 2013 (Lyon)

La medaglia d’argento è andata al team della Danimarca, guidato dallo chef Jeppe Foldager. Mentre il team giapponese, capitanato dallo chef Noriyuki Hamada, si è aggiudicato la medaglia di bronzo.
I premi accessori:
Miglior Promozione: Guatemala
Miglior Poster* (*ogni squadra incarica un’agenzia per realizzare un’immagine rappresentativa, relativa al paese d’origine e alla competizione): Ungheria [e io mi sono divertita a punzecchiare il nostro amico chef ungherese, tres simpatiquecome solo il premio per il miglior poster?‘ :D ]
Miglior commis: Kristian Curtis- Regno Unito
Premio Speciale per il miglior piatto di Pesce: Norvegia
Premio Speciale per il miglior piatto di carne: Regno Unito

Ora attendo paziente l’edizione del 2015, chissà che non riesca a partecipare anche a quella. È stata davvero una bella esperienza, che mi ha fatto pensare a tante cose, una su tutte: che il nostro paese ahimè è abbandonato a se stesso, anche per questo tipo di eventi (per non parlare di altro). Nessuna istituzione ufficiale ad accompagnare la nostra squadra, nemmeno un assessore ai beni culturali. Figuratevi che nella tribuna svedese c’era il Principe Carlo Gustavo, con la maglia della Svezia a tifare per la sua squadra. Come sempre se vogliamo ottenere qualcosa in questo paese dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare sodo. Abbiamo l’oro nelle nostre mani, tra cucina, tradizioni gastronomiche, turismo e cultura e dobbiamo sempre farci dare lezioni da chi ha meno storia e patrimonio culturale di noi.

Au revoir Bocuse D’Or!

Ringrazio per l’invito e l’organizzazione dell’evento l’Ente del turismo del Rhone Alpes e Rendez Vous en France


Moi et Ducasse :-)