Oggi niente ricette e fotografie, ma solo sensazioni e sentimenti che da qualche giorno mi accompagnano.. Pensate che ho anche dimenticato il compleanno del blog… E’ tutto detto.. Sono giorni difficili perché sono arrivata al punto di avere la nausea da cibo, ma non solo quella.
La causa é legata all’allergia che mi ha colto impreparata da qualche mese ormai. Sicuramente il problema non é solo alimentare, e sto cercando di andare a monte della causa, ma non é semplice. Non ho perso la speranza, certo. Anche se l’umore non é dei migliori sono combattiva per natura e state certi che il momento di défaillance passerà presto.
Poi ieri mentre saltellavo da un blog all’altro, mi capita di imbattermi in questo blog grazie ad un’amica e scopro che al mondo continuano ad esserci -purtroppo- personaggi di infima categoria, senza un briciolo di umanità e con lo scopo finale di distruggere i sogni di un bambino, ma forse sarebbe, meglio dire dei bambini.
Nel post Barbara (mamma di Alex, bimbo autistico di 4 anni) ci racconta cosa é accaduto. Ad Assago presso il Carrefour, c’è una manifestazione legata al film di animazione CARS della Pixar, dove i bambini possono farsi fotografare in compagnia del loro eroe Saetta.. Se avete a che fare con bambini di 4/5 anni sapete di cosa sto parlando.
Dopo aver atteso il suo turno davanti all’obiettivo del fotografo ad un certo momento tocca ad Alex farsi fotografare in compagnia di Saetta… Copio e incollo il testo che mamma Barbara ha pubblicato sul suo blog.. Vi consiglio di andare a leggere quanto é accaduto. Nel mio piccolo ho deciso di aiutare la voce, l’urlo di una mamma che sta cercando di proteggere il suo cucciolo da aggressioni, inutili, ingiuste e gratuite. Non sono madre, ma per mia fortuna sono viva, in carne ed ossa e ho ancora un cervello che funziona e molta sensibilità, che forse a volte gioca a mio sfavore.
“Era previsto un evento che mio figlio aspettava con ansia: il tour delle auto a grandezza reale del film Cars.
Vestito di tutto punto con la sua maglietta di Cars, comprata DA VOI, oggi l’ho portato, emozionatissimo, ad Assago. Vista la posizione di Saetta, ci siamo avvicinati per fare una foto. Click, click, click, bimbo sorridente a lato della macchina. Avevate previsto un fotografo, sui sessant’anni, sembrava un rassicurante nonno con una digitale da 2000 euro, collegata a un pc dove un quarantacinquenne calvo digitalizzava un volantino carinissimo con le foto dei bimbi di fronte a Saetta, stampate all’interno della griglia di un finto giornale d’auto. Una copertina, insomma, che i bimbi chiedevano a gran voce e avrebbero poi incorniciato in una delle costose cornici in vendita nel Vostro reparto bricolage. Chiaramente, il mio biondino, che purtroppo per la sua malattia non parla (ancora), mi ha fatto capire a gesti che gli sarebbe piaciuto. Per quale ragione non farlo? Semplice, lo avrei capito dopo poco.
Attendo il turno di mio figlio, con estrema pazienza, e senza disturbare nessuno. Ci saranno stati una ventina di bambini, non di più. Non cento, una ventina.
Arriva il turno del mio piccolo, e non appena varca la transenna, resta il tempo di ben DUE SECONDI girato verso il suo idolo a grandezza naturale, invece di fissare l’obiettivo del fotografo. Mi abbasso, senza dar fastidio alcuno, scivolo sotto la corda e da davanti, chiedo a mio figlio di girarsi. Il fotografo comincia ad urlare “Muoviti! Non siamo mica tutti qui ad aspettare te” Mio figlio si gira, ma non abbastanza secondo il “professionista”. Gli chiedo “Per favore, anche se non è proprio dritto, gli faccia lo stesso la foto…” “Ma io non ho mica tempo da perdere sa? Lo porti via! Vattene! Avanti un altro, vattene!” Un bambino a lato urla “Oh, mi sa che quello è scemo” e il vostro Omino del Computer, ridendo “Eh, si! Vattene biondino, non puoi star qui a vita!” Mio figlio, che non è SCEMO, non parla ma capisce tutto, sentendosi urlare dal fotografo, da quello che digitalizzava le immagini e dalla claque che questi due individui hanno sollevato ed aizzato, si mette a piangere, deriso ancora dal fotografo che lo fa scendere dal piedistallo di fortuna che avete improvvisato davanti alla macchina, facendolo pure inciampare. A nulla valgono le imbarazzate scuse della guardia giurata,che poco prima aveva tranquillamente familiarizzato con mio figlio. L’umiliazione che è stata data dai Vostri incaricati, che avrebbero dovuto lavorare con i bambini, a un piccolo di quattro anni che ha la sfortuna di avere una sindrome che poco gli fa avere contatto visivo con il resto del mondo e non lo fa parlare, è stata una cosa lacerante. In lacrime, con il torace scosso dai singhiozzi, umiliato, deriso, leso nella propria dignità di bambino non neurotipico. Una signorina, con la Vostra tshirt, mi si è avvicinata per chiedermi cosa fosse successo. Alla mia spiegazione, dopo averle detto che il piccolo aveva una sindrome autistica, mi ha detto “Ma se non è normale non lo deve portare in mezzo alla gente“…” continua…
Ciò che più mi ha sconvolto é leggere che le mamme ed i papà presenti a questa orribile scena non hanno mosso un dito in difesa di Barbara e del suo bambino. Indifferenza totale…
Dante li considererebbe degli IGNAVI [… sono coloro che durante la loro vita non agirono mai né nel bene né nel male, senza mai osare avere una idea propria, ma limitandosi ad adeguarsi sempre] . Destinati all’antinferno.
Non ho altro da aggiungere.. Fate avere la vostra opinione a Barbara.. L’abbraccio della rete é importante.
Ci rileggiamo nei prossimi giorni..
Sconvolgente, ho le lacrime agli occhi e non so se per il dolore o la rabbia….
Antinferno: nemmeno l’inferno accetta di accogliere certi miserabili esseri!
Non si pososno lasciare correre queste cose.
Credo che una denuncia legale sarebbe motivata e, comunque, allargare la conoscenza di questi fatti è il minimo che noi, forse ormai ‘anormali’, dobbiamo impegnarci a fare.
Grazie, Sandra
Io ho una cugina autistica e ti ho detto tutto.
Un abbraccio,
Camp*
Brava Sandra spesso dimentichiamo i problemi degli altri, un abbraccio di solidarietà alla mamma in questione anche da parte mia
buongiorno Sandra! che grigio buongiorno, però… già, anch’io sono mamma e mi si stringe il cuore leggendo. penso alla forza che quella mamma deve doppiamente avere per aiutare il suo bambino e anche per sopportare e vincere l’indifferenza, l’insensibilità, l’ignoranza e l’arroganza di tanta gente. purtroppo la diversità fa paura e la paura genera violenza… di ogni genere.
forse però i primi a dovere insegnare ai nostri bambini a non reagire così siamo proprio noi, genitori, credo, e la scuola. è per questo forse che ci si sente così soli, inadeguati, impreparati e spaventati a fare questo mestiere?
io ho trovato atroce il commento della signorina “Ma se non è normale non lo deve portare in mezzo alla gente“… Complimenti al coraggio e alla forza di quella mamma a cui va tutta la mia solidarietà, per quel poco che può contare!
E’ sempre più diffusa la convinzione che questo disagio sia curabile , che quasi tutti questi bambini possano migliorare e molti possano guarire completamente. Auguro tanta energia e tenacia a questa mamma e la fortuna di trovare medici e terapisti che condividano la sua determinazione per raggiungere questo obiettivo!
Grazie a te Sandra , per sensibilizzare qualcuno in più… che stamattina come me , magari, si aspettava dolcetti e cotillons!
ho cercato di lasciare un messaggio con la mia mail alla mamma. non riesco. ho cercato di contattarla via twitter. nessun risultato. se tu conosci qualcuno che puo’ passarle la mia mail, o il mio numero di telefono, ti prego di farmi chiamare. potremmo parlarne in trasmissione. grazie.
Sandra io trovo di una cattiveria atavica questa maniera di comportarsi… non mi riferisco solo a quella specie del genere umano che hanno messo a ricevere i bambini ma anche a tutta quell’altra specie, gli altri genitori, che si sono fatti i fatti loro e tirano avanti la loro vita meschina…
Purtroppo, anche se non dello stesso problema, capisco che significa l’indifferenza della gente e la rozzezza dei sentimenti… la soffro in prima persona…. per altre situazioni, che di sicuro a confronto sono molto piu’ leggere, ma ugualmente sofferte.
Ciao Sandra,
Avevo letto questo post nel blog della sua autrice, Barbara, proprio ieri. Questo, purtroppo, è uno dei tanti esempi di disumanità che ci circondano. Quando ho partorito mia figlia (in uno dei principali ospedali di Roma, non in un posto sperduto), c’era all’ospedale una ragazza extracomunitaria (filippina) che non parlava una parola di italiano, ma solo un pochetto di inglese e di spagnolo (le Filippine sono state colonia spagnola e qualche traccia di lingua spagnola c’è ancora). Ho dovuto improvvisarmi interprete sua perché un diritto come questo (quello di avere un interprete, e più che mai per una donna partoriente!!) gli era stato negato, con la scusa che era arrivata troppo tardi in ospedale (!!) e che non riuscivano a trovare qualcuno in tempo. Secondo me, non si erano presi neppure la briga di vedere se in effetti c’era qualcuno disponibile (sai quanti ragazzi neolaureati in lingue sono disposti a fare uno stage presso un ospedale? beh io ne conosco alcuni). Così, con le contrazioni, mie e sue, abbiamo cercato di farci capire… Assurdo è dire poco…
Sono perfettamente d’accordo con te Sandra, e sono nauseata e disgustata di tutta l’idiozia l’ignoranza la protervia e la cattiveria che mi vedo intorno. Qualche anno fa avevo ancora l’illusione che qualcosa potesse cambiare, che bastasse informare, protestare, per far aprire gli occhi alla gente, ma adesso che sono invecchiata mi sto accorgendo che la gente NON vuole sapere, vuol tenersi ben stretti i suoi paraocchi. Stamattina è stato ammazzato a sprangate in testa un ragazzo perchè aveva rubato dei biscotti, credo che questo la dica lunga più di milioni di belle parole sul nostro degrado morale
Dimenticavo di suggerire a chi volesse farsi un’idea dell’autismo vissuto dalla parte dei genitori: Paul Collins “Nè giusto nè sbagliato” , ediz. Adelphi. A me è sembrato un libro bellissimo
Cara Sandra non bisogna essere per forza madri per inorridire davanti a tutto ciò basta solo la sensibilità, quella sensibilità che quegli individui, non hanno avuto perchè ignoranti, l’ignoranza a volta di sceglie, chi sceglie di non sapere è vigliacco!
Mi piacerebbe sapere come andrà a finire tutta questa storia, vorrei che questa mamma potesse avere la giustizia che merita e che le farebbe sopportare meglio il disagio di suo figlio!
Sono daccordo con Dede, la gente non vuole sapere sceglie l’ignoranza perchè eè più comoda!!!!
Un bacione cara e mi raccomando stai su che tutto si risolverà, addà passà a’nuttata!!!
Schifoso! Questo è un mondo veramente schifoso! La gente è concentrata così tanto su se stessa, sul loro ombelico che a volte mi viene voglia di prenderla a schiaffi. Lo vedi in ogni gesto quotidiano che fanno, dal guardarti per strada ma non deviare mai il loro passo per farti passare, dall’indifferenza con cui osservano grandi e piccole ingiustizie che avvengono attorno a loro fregandosene altamente. E’ vergognoso e immorale
Sono indignata!
Sono disgustata Sandra…in questo mondo manca totalmente il rispetto e la sensibilità.E nessuno si rende conto come sia più facile uccidere una persona a parole che non con un’arma.Noi adulti , almeno, possiamo mandare a quel paese o difenderci a modo nostro, ma un bimbo…
Attenzione per l’altro, umanità ecco cosa chiederei epr questo mondo!
Che schifo….!
Non so trovare la parola più appropriata per classificare queste “persone”…idioti?Troppo poco..Direi che l’unica parola che mi viene inmente è(scusate ma lasciatemi passare il termine)..COGLIONI!!!Si perchè difronte a queste situazioni non si può parlare nemmeno di ignoranza,ma di cattiveria allo stato puro.
L’indiferenza delle persone che hanno assistito alla scena poi!
Un abbraccio di cuore a Barbara e al suo piccolo…e a te Sandra grazie infinite per la tua enorme sensibilità…ce ne fossero di persone così!
no vabbè non si può.
non si può nemmeno leggere, figurati sopportare una cosa del genere.
non so nemmeno cosa scrivo sono in preda ad una rabbia profonda e disumana.
@tutti: non ho altre parole da aggiungere.. Ringrazio tutti voi per i commenti a sostegno e di sdegno.
Linko la risposta che é arrivata all’amico Manfrys da parte del Carrefour http://www.manfrys.it/wordpress/?p=446
Buona serata a tutti amici
e sei la terza che lo segnala….
ma non c’è limite all’indecenza di certe persone.
io non so, non trovo parole…
:(((
Sono una mamma e mi si stringe il cuore a leggere ciò. Mi auguro che queste persone paghino che la stampa dia eco a quanto è successo! Perchè è giusto che questa mamma e questo bimbo possano sentire attorno a loro tutta la solidarietà necessaria per riuscire a superare questa bruttissima esperienza.
Non ci sono parole.
La rabbia mia interiore è forte, siamo una società dove tanti stolti ignoranti non ringraziano come dovrebbero ogni mattina per alzarsi ed avere un vita normale, e in momenti in cui dovrebbero ricordare la loro fortuna tendono ad emarginare. Che rabbia.
VG.
cara Sandra, mi spiace sapere che stai ancora combattendo con queste allergie, ti auguro di risolvere presto e definitivamente, così riacquisterai anche un po’ di serenità. Grazie di aver segnalato questo brutto accadimento, non ne sapevo nulla. La mia solidarietà va sia alla mamma che al suo bambino. Un fatto del genere è umanamente vergognoso, e andrebbe denunciato a chi di dovere. Un bacio e buona giornata!
grazie per la segnalazione. a presto.
Grazie a tutti per la solidarietà a Barbara ed al suo bimbo.
Leggendo il mio post una cara amica ha segnalato(e pubblicato) la lettera di Barbara sul blog di annozero
http://annozero.blog.rai.it/2008/09/15/vi-racconto-come-si-umilia-un-bambino/
Buona giornata a tutti
Sono fattacci, che ci devono portare a riflettere su quello che siamo, su cosa siamo diventati, troppa cattiveria, troppa brutalità, violenza e prevaricazione inutile. I deboli purtroppo sono bersaglio di chi vigliaccamente se la prende con loro…..ti abbraccio e ti sono vicina. Guarisci presto presto!!!
Stessa risposta-fotocopia data su un altro forum (in teoria gestito da liberi frequentatori).
http://www.bimbi-superstar.it/forum/thread/discussioni-generali/qualche-chiacchiera-fuori-tema/bambino-autistico-discriminato-al-carrefour-di-assago.html
Sandra che brutta storia, stamattina ho scaricato felice delle foto dei nipotini sorridenti che mi ha inviato mio fratello, e non posso pensare ad un bimbo loro coetaneo che piange cosi disperato…..
Permettimi di sperare che si sia trovata in quel posto una concentrazione di persone cattive, e che questo bimbo possa cancellare prima possibile questo bruttissimo ricordo….
Io ti abbracico forte perche’ hai avuto la sensibilita’ di farci partecipi, e, anche se ne hai, per darti un po’ di coraggio in piu’, fai bene a non abbatterti, anche se e’ dura…. :**
Cosa aggiungere? solo indignazione… e solidarietà verso Barbara e il suo piccolo, con l’augurio di superare questo bruttissimo episodio e quelli altrettanto amari che potrebbero ancora venire in questo mondo così sbagliato. Grazie Sandra per la tua sensibilità, un bacio.
sono andata subito nel suo blog… c’è poco da dire: spero che quei trogloditi non si avvicinino mai più ad un bambino.
quanto a te cara sandra mi raccomando: tieni duro! le allergie alimentari spesso passano da sé così come son venute… ci vuole tanta pazienza ma tornerai in gran forma vedrai :-)
bacione!
mi sono venute le lacrime agli occhi leggendo di questo bimbo, sicuramente adorabile, trattato in modo così indegno da adulti e bambini… perchè la cattiveria non ha limiti?
un abbraccio!
Sono assolutamente senza parole e con i brividi addosso e le lacrime, sono mamma ed anche se non lo fossi non sopporto la violenza ai bimbi, mi fà star male e mi fà tanta rabbia. Insopportabili esseri insensibili e purtroppo non puniti anche per un gesto cosi’ ignobile verso un bimbo ed una madre, dai presenti.
Vado a rileggere tutto da Barbara e grazie Sandra per avercelo comunicato.
*_*
Grazie millisime a tutti!! Sono certa che la nostra ‘energia positiva’arrivi fino ad Alexander e Barbara!
Abbracci a tutti da me, malconcia ma ancora in piedi!
La storia di oggi parla di una mamma con un bambino handicappato (autistico) che decide di portare quest’ultimo in un luogo dove esiste una sola realtà, il massimo profitto, che piega tutti gli avvenimenti esistenti nel raggio di diversi chilometri.
Tale luogo non può che essere una catena di montaggio senza cuore e spietata come un sicario da film americano.
Durante la visita il bambino ha il grossissimo difetto di necessitare di attenzione, intralciando una sinergia fra società per azioni da ottenersi a basso costo: il bambino ha bisogno di più di 15 secondi per poter essere fotografato, ovviamente a pagamento, sul territorio di una società con il brand di un’ altra alle spalle. Questa situazione ovviamente genera una situazione come la sabbia negli ingranaggi: il supermercato e’ una macchina che distribuisce prodotti, ogni relazione umana o necessità dei clienti viene vista come costo: molto più semplice abolire entrambi per servire solo i consumatori.
La stessa pressione viene fatta verso i fornitori che così devono necessariamente profilare i loro prodotti per l’esigenza non del cliente finale ma della gestione corretta del flusso merci all’interno del punto vendita della distribuzione organizzata.
Dopo aver letto il post drammatico mi vengono naturali dei pensieri (farneticazioni?) sparsi… Le idee che seguono non scaturiscono direttamente dalla disavventura accaduta ma principalmente dai commenti che inneggiano ad una fantomatica giustizia necessaria.
Ci sono delle situazioni che sono molto difficili di base.
Ci sono delle persone maleducate e arroganti.
Ci sono luoghi dove la persona non conta.
La sommatoria e’ esplosiva.
Questa è una doverosa premessa non per giustificare qualcosa, ma per sottolineare che l’umanità non ha posto in determinati luoghi.
Ci sono volontà collettive per essere presi a pesci in faccia.
Sono praticamente vent’anni che faccio notare, spesso anche lo scrivo, che in Italia vi sono luoghi dove la persona perde ogni dignità e viene presa per un bipede idiota da calpestare.
Ovviamente i più deboli vengono calpestati meglio.
Una di queste realtà è il centro commerciale ove persone di qualsiasi caratteristica vengono spogliate di dignità e trattate come emeriti idioti. Questo avviene quotidianamente attraverso prodotti civetta, gestione allegra della salute, interpretazione della legislazione quantomeno bizzarra, lavoratori zombificati, vendita di apparecchi taroccati, vendita di prodotti rigenerati come fossero nuovi.
Tutte queste cose, ovviamente non riferite ad un singolo specifico marchio o catena, raccontano che in tali luoghi non esiste il cliente ma esiste una nuova figura: il consumatore. Quest’ultimo è un oggetto da spremere come un limone avendo come obiettivo il massimo profitto col minimo costo, ed in tale ottica tutti i servizi risulteranno scadenti qualitativamente parlando. Per il consumato, il limone assai schiacciato, non esiste neppure la giustificazione del prezzo per essere trattati in tal modo, come dicono alcune ricerche non “sovvenzionate” in cui si evidenzia nel luoghi in cui il commercio è gestito principalmente da tali entità il costo non è conveniente tout court.
E’ MOLTO facile prendersela con carrefur: ha un nome un indirizzo ed e’ capitato un caso specifico e puntato su di un bambino.
il problema e’ un’altro: La gente, PRETENDE di essere trattata male scegliendo di sovvenzionare con questi acquisti codeste metodologie della GDO. Il risultato e’ un continuo essere trattati malamente fino ai limiti del tragico. Ho visto persino esasperare i clienti fino a ingenerare una RISSA di consumatori adulti… (gigante) ed altre cose ben taciute dai media per favorire la GDO, big spender…
chi afferma: “Sono una vostra cliente, ma mi sa che inizierò a frequentare altri centri di grande distribuzione..” non ha capito la genesi del problema. Forse è istupidita dal marketing.
Se lanciandomi dal balcone mi faccio male non e’ che se cambio balcone la situazione cambia: forse e’ meglio usare le scale.
la frase giusta sarebbe stata:”Sono una vostra cliente, ma inizierò a frequentare la distribuzione fatta da esseri umani dove esiste ancora la parola cliente e il profitto non e’ l’unico valore, pur rimanendo importante per un’azienda commerciale.”
Tutti vorrebbero una qualche giustizia, ma quale giustizia può esserci in un caso come questo?
non un semplice risarcimento economico: una bambolina o una macchinina come quella del brand non è certo un umanamente accettabile.
Neppure può esser accettabile un grosso risarcimento economico: dopotutto il dolo non è tale da essere paragonato ad un braccio amputato.
L’unico risarcimento possibile sarebbe quello dell’introdurre il fattore umanità in un’azienda del genere. Ciò ovviamente non può accadere in quanto diminuirebbe in maniera sensibile i guadagni e quindi l’appeal da parte degli azionisti. Ricordiamoci che l’ umanità ha un costo che perfettamente quantificabili nel tempo del commesso moltiplicato per la sua competenza. E per questo che in questi luoghi non esisterà mai commesso esperto che possa perdere più di pochi secondi per acquisto, in genere lasciano in piedi uno sfigato sotto pagato ogni 4 km di scaffale anche nei reparti ad alta tecnologia. Cosa possa fare o dire un personaggio mobbizzato, reso ignorante, con problemi economici, con l’alito del licenziamento sul collo in una situazione atipica è oggettivamente un punto di domanda.
Per condensare il mio farneticare potrei riassumere in codesta maniera:
è maledettamente vergognoso ciò che è capitato come sono gravi altre violenze che accadono in quel tipo di luogo. Trovo quindi molto brutto ciò che è capitato ma non mi meraviglia. Anzi.
Così come non mi meraviglierebbe se una situazione analoga capitasse in una bettola portuale ricolma di ubriaconi.
In tali luoghi e’ poco furbo portare qualsiasi bambino.
Forse sarebbe il caso di darsi una svegliata per scoprire che il veleno in vendita (ad altezza bimbo) a 10cm da detersivo e biscotti, a 10metri da biciclette appoggiate sopra salumi…. non è il massimo se chi le propone non ha neppure una faccia da difendere….
no?
Grazie Sa, per la ricetta dei cioccomuffin, che Dado ed io abbiamo avuto la fortuna di assaggiare e non solo guardare, (e che tenterò di duplicare al più presto!), e per averci messo a conoscenza di questo episodio vergognoso accaduto al centro commerciale. E grazie a Claudio per aver espresso in maniera così chiara e diretta, ma al tempo stesso molto civile, quelli che sono anche i miei sentimenti nei confronti di questi giganteschi “tritacarne” che sono i centri commerciali. Talvolta, purtroppo, per comodità anch’io ci vado ma, se devo essere sincera, cerco di limitare al massimo la frequentazione di questi luoghi che, a dispetto dell’affollamento materiale, sono per me delle lande desolate dove ogni contatto umano è azzerato a favore dell’instupidimento umano a fini di lucro. Sono anche stata tacciata di avere “la puzza sotto il naso” perchè in un giorno di pioggia ho vietato alla mia tata, (che adora Dado, come ben sai, e farebbe qualsiasi cosa per renderlo felice), di portare mio figlio proprio in un centro commerciale per farlo giocare con un allestimento simile a quello descritto da questa mamma. Il racconto di questo episodio ignobile avvalora la mia tesi e miei pensieri riguardo a questi che, nostro malgrado, sono diventati i nuovi centri di aggregazione, specialmente per i giovani. Riscopriamo i mercati rionali, (qui a Torino poi, ne avete, ohps ormai sono “naturalizzata”, devo dire, ne abbiamo una disponibilità così ampia!), i negozi di quartiere, dove forse la scelta è un pò meno vasta e, ahimè, talvolta i prezzi un pò più alti, ma dove le persone ti salutano, addirittura ti riconoscono e scambiano due parole con te! Esprimo tutta la mia solidarietà alla mamma ed al bimbo e non oso immaginare come avrei potuto reagire io se mi fossi trovata nei “suoi panni” se sarei diventata una tigre feroce per difendere l’animo sensibile del mio piccolo e il suo diritto di far parte del mondo e di godere della vita come chiunque altro, (reazione più che giustificabile, anzi auspicabile, per tentare di svegliare dal torpore almeno qualche animo), o, più probabilmente, sarei rimasta talmente choccata e ferita dall’ignoranza e dall’insensibilità di questi individui inariditi dal meccanismo del consumismo, da fuggire via come ha fatto la mamma con il suo bimbo. Baci xxxc
Carissima tocco di zenzero e amici…seguo questo blog da piu’ di 2 anni ormai e adoro la persona che si cela dietro a queste pagine web.
Sono senza parole per questo racconto e che sono indignata per il comportamento di certi italiani e’ dire poco. Vivo oramai a Londra da 1 anno e sono “fuggita” da un’Italia che orami mi stava stretta. Arrivata qui ho iniziato ad imparare cosa vuole dire avere cura degli altri ed essere umani e sensibili, cosa che al mondo d’oggi e’ una debolezza (ed una rarita’) piuttosto che un punto di forza. La storia che ho appena letto mi rattrista e mi lascia assolutamente disgusata, ma, miei cari, la buona educazione e l’attenzione agli altri viene insegnata dai nostri genitori, in parte e’ caratteriale ma la bonta’ d’animo, anche se in parte innata, viene ampiamente sviluppata dai nostri cari genitori e dall’intelligenza con cui ci allevano, ci crescono, ci accudiscono e ci rendono consci del mondo esterno e delle sue sfaccettature.
In questi giorni Londra e’ in subbuglio per il crack finanziario (o Terrible Tuesday come qualcuno lo ha definito) proprio ieri 5000 persone sono state licenziate proprio qui, nel palazzo di fronte al mio. La mia esimia collega stamane ha commentato dicendo: “speravo almeno che avrei trovato meno gente in metropolitana stamattina, nessuna pieta’ per loro visto gli stipendi che prendono”. Come?
Anch’io non ho saputo, mio malgrado, reagire. ma davanti a tanta indecenza, mediocrita’ e miseria dell’animo a volte non c’e’ molto da dire.
Spero che la maggioranza degli italiani assomigli piu’ a TdC e a Barbara che a una banda di “ignavi” inclini alla derisione e alla maleducazione. Sono senza parole.
Un abbraccio da Londra.
Jo March
Viviamo in un paese di merda con gente incivile e spesso ignorante..
è incredibile l’indifferenza che c’è in Italia è vergognoso..
quanti bei cuori che leggo!
davvero belli e intensi i vostri commenti.
Grazie di cuore, non saprei davvero cosa dire di più!
P.s.Jo March, grazie anche a te, sei stata una vera sorpresa
Vado al carrefour il sabato mattina a fare la spesa, già una volta con la mia bella in dolce attesa lo scorso novembre ho rischiato di prendere a calci una cassiera che ha sgarbatamente chiesto ad una donna incinta di sette mesi e mezzo di muoversi che lei doveva chiudere la cassa. Senza parole nel mio piccolo, dopo aver letto questo i giuro, non ci metto più piede. Che tristezza.
ciao Sandra, giuro che non ho parole, le parole sarebbero sprecate per queste persone,sono rimasto di sasso.. ciao gerry