Altro giro, altro regalo. Un suggerimento di utilizzo, più che una vera e propria ricetta cari amici. Questo mese mi sono dedicata molto di più alla cucina e ho avuto modo di utilizzare le scorte di mele Magnana che avevo fatto alla fine di Novembre.
Così, dopo la torta con i cranberries, ecco questa teglia di mele Magnana speziate e leggermente sapide, grazie al burro salato.
Non è un errore, ho proprio voluto mettere qualche fiocco di burro salato (sempre quello delle Fattorie Fiandino!) per creare un sapore particolare, leggermente caramellato con lo zucchero e le spezie.. La casa profumerà di buono e potrete servirle subito, appena sfornate. Io le adoro (alla faccia dell’allergia!)
Mele Magnana 4/5 (o annurca/abbondanza)
zucchero di canna bio 1 cucchiaio
4 spezie 1 cucchiaino abbondante – oppure miscela di chiodi di garofano, cannella, zenzero e noce moscata
burro 1889 salato Fattorie Fiandino
lavate bene le mele, asciugatele, ma non togliete loro la buccia. Dividetele a metà, eliminate il torsolo e tagliatele a fettine, non troppo sottili.Trasferitele in una pirofila di ceramica/terracotta leggermente imburrata. Mescolate lo zucchero con le spezie. Cospargete le mele con lo zucchero speziato. Aggiungete qualche fiocchetto di burro salato e infornate (forno statico caldo a 170°) per circa 25/30 minuti. Dovranno diventare morbide, ma non secche. Controllate in ogni caso la cottura a vista. Servite subito.
E come promesso nel precedente post dedicato alle mele e alla loro simbologia, ecco la seconda parte della scheda di Lucia Galasso, che racconta di mele, peccati e donne…
Con l’invasione dei popoli indeuropei il ruolo di una divinità superiore passò a un dio Padre, di cui la dea Madre diventa sposa. A Roma la Dea madre assunse le sembianze di Diana, festeggiata il 13 agosto con libagioni a base di sidro, capretto arrosto infilzato su rami di nocciolo e grappoli di mele appese a un ramo. Le statue la rappresentavano con un ramo di quest’albero in mano.
Un’ulteriore mutazione simbolica del melo avviene durante il Medioevo cristiano: in questo periodo l’albero della conoscenza viene spesso raffigurato come un melo, e il suo frutto come quello del peccato originale. In realtà nel libro della Genesi non è specificato di che albero si trattasse.
La mela divenne anche attributo del Cristo come Salvatore, raffigurato talvolta nell’arte medievale con questo frutto in mano a simboleggiare la liberazione dal peccato originale, mentre i “redenti” tengono ugualmente in mano una mela come emblema delle future gioie paradisiache.
Infine la mela ha ispirato il simbolo del globo terrestre e della sovranità. Per questo molti imperatori romani – che vantavano di discendere dalla dea Venere – portavano una mela d’oro, raffigurazione dell’Orbis Terrae. Il Primo a fregiarsi di questo potente simbolo fu Caracalla.
Un discorso a parte merita la simbologia erotica della mela. Frutto bifronte, dai molti allusivi richiami, si insinuava nei delicati territori del gusto e dell’olfatto. Sul gusto esercitava poi una sua piena, sinuosa e felpata egemonia. La mela catturava i sensi e affascinava con la pura geometria della forma sferoidale anche gli occhi. Questa sorta di fresco e vegetale talismano erotico, rallegrava anche i chiostri, dove maturava lentamente negli appartati “pometa” claustrali.
Associazioni erotiche di immagini equiparano le mele ai seni e alle natiche delle fanciulle in fiore, e il torsolo del frutto, tagliato a metà, alla vulva.
In Boccaccio l’identificazione fra donna e mela è pressoché perfetta: “la moglie che monna Isabetta avea nome, giovane ancora di ventotto in trenta anni, fresca e bella e ritondetta che pareva una mela casolana…” (Decamerone, III, 4,6)
La donna-mela, simbolo di femminilità carnosa, fresca e sana, incarna la variante realista della donna-fiore in cui si biforcava l’immaginario erotico maschile dell’epoca, oscillante tra il sogno del fiore odoroso da guardare senza toccare in delicata adorazione e il desiderio pulsante di cogliere, addentare, gustare.
L’allettante dolcezza della mela fu quindi associata alla seduzione del peccato, anche nel senso della similitudine fra le parole latine malus, malum e malum, ciò che è cattivo, malvagio, peccaminoso.
Per questo motivo nell’arte barocca la morte era rappresentata come uno scheletro con in mano una mela, a indicare che il prezzo del peccato originale è la morte.
Tanta è la potenza simbolica di questo frutto che anche la non commestibilità della mela selvatica ha trovato posto nell’araldica: “Una mela selvatica è forte e aspra, ma serve anche a conservare il vino, perchè non diventi aceto. Così, il male viene castigato dalla severità e, per contro, si mantienela virtù.” (G.A. Bockler, 1688)
Come ti ho scritto nel primo episodio, adoro questa tua collaborazione con Lucia, è incredibile quanto si può raccontare di un frutto :) Bravissime entrambe, vi ho lette con piacere :)
Bella ricetta, non troppo dolce, anzi speziata e salata. La rifaccio appena trovo delle mele adatte :)
Ma qua non lo troviamo il burro fiandino…e se lo volessi ne dovrei acquistare tipo 25 kg…..
Dovrò sostituirlo con qualkosa di + commerciale haimè
bella la colaborazione.complimenti
la torta è di una bonatà stratosferica: tra sabato a cena e domenica a colazione ce la siamo spazzolata in 3
O_O
toccherà fare anche questa ricetta (eh…son sacrifici…)
;o)
grazie!
E’ incredibile quante cose ancora non conosco sulle mele. Complimenti per la ricetta, mele e spezie , accoppiata vincente.
Felice Santa Lucia.
Ciao Daniela.
sara, devo dirti che questa collaborazione ci ha reso euforiche entrambe. Lucia è una persona deliziosa e molto, molto disponibile.
CorradoT, credo che nn farai fatica a trovare le mele adatte :)
flo, prova a scrivere una mail qui
http://www.fattoriefiandino.it/contatti/ordini/
credo che si possa anche spedire, senza alcun problema ;-)) e grazie cara!
elicada, vero che la torta è buonissima?? Io me la sono praticamente finita in un giorno O.o e non dovrei mangiare le mele :)
daniela, grazie sei gentilissima! Auguri anche a te
accidenti, non poter mangiare le mele deve essere dura…si la torta è veramente buonissima, il mix di sapori è strepitoso (la definizione a casa è stata: “è di una bontà senza senso”)
appena posso faccio anche questa ricetta, ho scoperto che le mele son quelle che compro di solito perchè sono le preferite di mio figlio e il burro salato lo trovo al Crai sotto casa (gli ho fatto i complimenti per la scelta dei prodotti, spero che lo tengano)
grazie!
elicada, abbastanza ma dopo un po’ ci fai l’abitudine!
Spero che il Crai decida di tenere il burro in vendita e magari aggiungere anche qualche prodotto della linea Kinara :)
Grazie a te!
Già fatto e ho avuto una risposta celerissima…il problema è che per acquistare dovrei mettere un banco frigo qui in farmacia e aprire angolo salumeria….
Passi per i 30 kg di parmigiano ma 25 kg di burro……
Mi sa ke me lo faccio comprare da mia sorella a Milano e portare in qualche modo
Grazie degli auguri a Daniela, , dell’opportunità a Sandra di condividere quello che so e imparare ancora di più scrivendolo, e a tutti i lettori per l’apprezzamento :)
Floooo :) 25 kg di burro?? magari è un bel regalino per natale! :D
Lucia, buongiorno! Grazie a te per istruirci, è molto interessante quello che scrivi. :)
Foto con iPhone, vero? :D Meraviglia
aiutooo
in sardegna non trovo questo burro…
ho girato tutti i supermercati della città compresi negozi specializzati..ma mi guardavano come se stessi chiedendo chissà cosa….
alternative?