Il 27 Novembre ho partecipato ad una serata molto particolare, presso Vermouth Anselmo, il bel locale di Torino situato in San Salvario, una delle zone più prolifere di luoghi golosi e interessanti per la movida gourmet torinese.
Da Anselmo mi attendeva una persona molto speciale, a Torino per presentare un prodotto davvero unico, un divertente gioco di parole per introdurre Izabella Zwack, erede dell’omonima famiglia produttrice dell’amaro Unicum (nato in Ungheria nel 1790) con una storia famigliare incredibile.
Il tema della serata #Carattere Unicum, all’insegna della creatività e del talento, con innovativi cocktail ed esibizioni di street art. E per me una degustazione speciale di cocktail a base di Unicum e Unicum Prugna, l’ultimo nato in casa Zwack.
Sono rimasta così affascinata dalla storia di Izabella Zwack e della sua famiglia, che ho deciso di creare una ricetta da abbinare a Unicum Prugna. Ed ecco qui la mia panna cotta, con zafferano prugne, fichi secchi e papaya disidratata.
panna fresca grammi 400
gelatina in fogli gr 2 (1 foglio)
zucchero 50 grammi
frutta secca: prugne 2 e 2 fichi secchi
papaya disidratata un pezzo, grammi 30
zafferano alcuni pistilli + una bustina
ammollare la gelatina in acqua fredda
tagliare la frutta secca a cubetti piccoli, e a pezzetti le prugne
Scaldare la panna per 5 minuti circa a fuoco medio basso. A questo punto aggiungere lo zucchero e lo zafferano, sbattere leggermente con una frusta per sciogliere bene. Alzare la fiamma e quando inizia a sobbollire togliere dal fuoco, aggiungere la gelatina ben strizzata.
Mescolare velocemente con una frusta per sciogliere perfettamente la gelatina. Aggiungere metà della frutta tagliata a cubetti, mescolare.
Mettere sul fondo dei bicchieri la restante frutta secca, distribuire la panna cotta nei bicchieri.
Far raffreddare completamente, coprire con della pellicola e tenere in frigo per almeno 4-6 ore, meglio se per una notte intera.
Da servire abbinata ad un bicchierino di Unicum Prugna.
La storia della Famiglia Zwack, raccontata da Izabella, è stata la protagonista del nostro incontro, che in certi momenti mi ha davvero emozionato : la storia di Unicum inizia nel 1790 quando il dottor József Zwack, medico di corte di Giuseppe II Imperatore d’Asburgo e Re d’Ungheria, mette a punto la formula di un amaro composto da erbe e spezie. ‘Das ist ein Unicum!‘ – ‘E’ unico’ – esclama il sovrano sorpreso e soddisfatto dal primo assaggio, battezzando così il nuovo distillato con il nome che lo caratterizza ancora oggi.
Un nome, quello di Unicum, che racchiude già in sé l’essenza del prodotto: un distillato che non teme eguali o imitazioni grazie alla cura e alla tenacia degli Zwack, che nei secoli hanno saputo tenere segreta la ricetta tramandandola ai soli membri della famiglia, gli stessi ai quali questo amaro deve la propria fortuna e prosperità, viste le traversie storiche che ne hanno messo a repentaglio più volte la produzione: la distilleria fu bombardata durante la II Guerra Mondiale e poi nazionalizzata, costringendo János Zwack a fuggire negli Stati Uniti nel 1948, portando con sé la ricetta per proteggerla da contraffazioni e imitazioni. Tenuta al sicuro fino al 1972, anno in cui il figlio Peter la portò in Italia, la produzione di Unicum riprese in Toscana, dove rimase fino al 1989 quando tornò definitivamente nella nativa Ungheria riconfermandosi uno tra gli amari più apprezzati e longevi al mondo.
Una ricetta speciale, passata di mano in mano e custodita gelosamente dagli eredi. La ricetta è composta da oltre 40 ingredienti naturali tra erbe, radici e spezie provenienti da tutto il mondo, delle quali neanche gli addetti alla produzione conoscono l’identità e che riconoscono solo tramite codici e percentuali di miscelazione. La maggioranza dei componenti è estratta per distillazione, direttamente dalle erbe naturali in grandi alambicchi, per essere successivamente miscelata con le essenze ottenute dalla macerazione in alcol per 30 giorni.
Un suggerimento goloso per un dessert lo trovate anche qui, una fantastica crema cotta all’uovo e zafferano
Ciao, Sandra! Interessante questa versione della panna cotta, adoro la frutta secca/essiccata.
Auguri!