Filosofia slowfood, nel senso letterale del termine: lentezza, relax, cotture in pentola di coccio (terracotta) a fuoco basso, utilizzando la vecchia retina di metallo, per evitare che la pentola si crepi. Amo tutte le stagioni, ma in assoluto l’autunno è quella che mi affascina di più. Con i suoi primi freddi, la nebbia sulle colline, il Po e le passeggiate in bicicletta al mattino, coperta fino alle orecchie, per scacciare l’umidità.
E con il freddo la voglia di piatti caldi, che sanno di camino e di coccole, di legna che brucia, di ricordi. Bei ricordi: della casa in campagna, dei nonni che mi preparavano le caldarroste sulla stufa e poi, per mangiarle calde, quasi ci si scottava le dita ogni volta. :-)
Siamo stati a Dogliani alla metà di Ottobre, per l’evento dogliani 2.0, evento fortemente voluto dai produttori del Dogliani D.o.c.g., per far conoscere non solo il loro vino, ma un territorio intero. Che, tra parentesi, è di una bellezza inaudita!
E dalla Bottega del Dolcetto giunge la ciotola di ceramica che vedete fotografata e che Sara alias Fiordifrolla ha utilizzato, proprio come me oggi, per raccontarvi la ricetta della Cisrà ;-)
Dal 30 Ottobre al 7 Novembre a Dogliani si è svolta Cisrà e fiera dei Santi.
Un appuntamento che un tempo concludeva l’annata agricola e che continua ancora oggi a rinnovarsi di anno in anno, con il tradizionale appuntamento con la Fiera dei Santi e con la Cisrà, minestra di trippe e ceci realizzata secondo un’antica ricetta e distribuita sotto la suggestiva ala mercatale coperta. Si tratta di una tradizionale minestra di trippe e ceci che anticamente, veniva distribuita dalla Confraternita dei Battuti alle genti di Langa che si recavano a Dogliani in occasione della Fiera. Da piatto povero, fatto con i “mezzi ceci”, cioè quelli che non potevano essere venduti, la Cisrà è diventata oggi un primo molto ricercato e piuttosto raro. La Cisrà è arricchita dalle verdure tipiche della zona: i ceci di Nucetto, i porri di Cervere e la zucca di Piozzo.
Acquistate le tazze alla Bottega del Dolcetto di Dogliani, mi sono detta che poteva essere carino riscoprire un piatto della cucina tradizionale piemontese, e coinvolgere anche Sara, che è sempre attenta e curiosa! E così, eccoci qui :)
dose per 6 persone
ceci (secchi) due pugni abbondanti
porri o cipolle 4
patate 2
trippa grammi 400
carote 2
sedano due gambi
zucca 1 pezzo
cavolo qualche foglia
bicarbonato 1 cucchiaino
sale & pepe
mettere i ceci a bagno la sera prima in acqua fredda e bicarbonato. Al momento di cucinarli i ceci vanno lavati bene sotto l’acqua corrente.
A questo punto mettete i ceci a bagno in una pentola di acqua (capiente) con le verdure lavate e mondate:le patate, le carote, i gambi di sedano, la zucca, il cavolo e due porri tagliati finemente.
Nel frattempo fate soffriggere due porri (o cipolle) tagliati a rondelle fini e si aggiungono le trippe precedentemente tagliate a listarelle. Si stufa il tutto per una decina di minuti, dopodiché si versa il tutto nella pentola con le verdure e i ceci. Il tutto va cotto almeno per 3/4 ore, finché i ceci risultano ben cotti e il liquido consumato. In ogni caso dovrà avere una consistenza non troppo asciutta, perché si tratta di una minestra.
Servire calda, con un filo d’olio e.v.di oliva a crudo e una macinata di pepe. È deliziosa.
storie e tradizione da Sito Comune di Dogliani
ricetta tratta da Quanto basta, Il buon senso in cucina, progetto I.t.a.c.a.
Vi lascio con qualche scatto dal week end trascorso giusto un mese fa, a Dogliani, per l’evento #dogliani 2.0
E’ stato un piacere raccontare insieme la storia di questo piatto, la tradizione di questo territorio. Grazie di tutto, per la ciotola (bellissima), per avermi fatto conoscere la cisrà, una zuppa che rimarrà sempre nei miei ricordi :)
Buona giornata!
Che dire Sara, la rete in questi cinque anni mi ha regalato le amicizie più belle e sincere. Questo 2010 mi ha fatto conoscere te. Sei una ragazza generosa, solare e sincera. Io mi sono fermata al ‘sincera’ la prima volta che ti ho parlato, dote rara di questi tempi. :) Sono molto fortunata cara
L’ho appena scritto a Sara, quanto sono belle queste storie che parlano di tradizioni antiche legate al cibo e al territorio, davvero un bel post a reti unificate, grande Sandra as usual, baci baci e buon inizio settimana ;)
Eccola!!! e Ady la conosco da più tempo :) la mia teacher preferita, vero cara? E quante chiaccherate ci siamo fatte al telefono? Un abbraccio, nn vedo l’ora di andare in ‘scena’ con te! :D
Bellissima idea quella di diffondere a post unificati un piatto dalla grande tradizione :DDD
La cisrà! da quanto tempo non ci pensavo. grazie Sandra
E tante ancora ce ne faremo nell’attesa di accendere i fuochi insieme :))
Ripeto anche qui come da Sara che le ricette tradizionali italiane hanno un fascino particolare e attraente, per di più se condite dall’amicizia!
ottima questa zuppa, mi piacciono molto i ceci e abbinati alla trippa sicuramente da provare, ma non più di una ciotola! :)
Quel bel colore del brodo: c’e una puntina di concentrato di pomodoro, o e’ la carota che ha colorato in cottura?
Nel soffritto burro o olio? Niente spruzzetto di vino?
(scusa la pedanteria, ma mi interessa la ricetta)
Anche mangiar lentamente è importante, spesso me ne dimentico. Bel racconto, bellissime foto. Mi sono rilassata mentre leggevo. Grazie
Un bacio
ciao,complimenti!!per il blog,per le bellissime foto il tuo racconto e questo piatto buonissimo!!
p.s. ti va di partecipare al mio blog candy?
http://dolcepassatempo.blogspot.com
ciao
Bellissima idea quella di diffondere a blog unificati un’antica ricetta. Una bella ricetta che fa anche tesoro di antichi insegnamenti.
Ciao Daniela.
che squisitezza!!! se ne sente il profumo e viene l’acquolina…
complimenti.
:-D
Wow! Gorgeous stunning photos! Amazing! And I love finding recipes that have been updated from ancient, traditional recipes and this one is lovely! I’ve never eaten tripes and to tell you the truth they scare me but this soup looks so fantastic and warm and cozy I might even have a bowl. And yes, how better than slow, easy and cozy?
Milena mercì. Sono in ‘mood’ tradizione e territorio e nn riesco a fermarmi! ;D
Dede, grazie a te per aver apprezzato cara.
Ady, :DDD
Elga, hai proprio ragione a volte abbiamo la soluzione sotto gli occhi e non riusciamo a vederla. Abbracci
Symposion, anche due ciotole. Ti assicuro che è buonissima!
CorradoT, buongiorno! Non c’è ombra di pomodoro, la ricetta che ho pubblicato e realizzata pari pari. Il colore è dato anche dalle carote, ma più dalla zucca che si è sciolta, praticamente. Il soffritto è fatto in olio e.v. non burro. ;-)
Kafcia, sono felice, perché lo scopo era proprio quello :*
Daniela, sei sempre gentilissima e attenta, grazie.
Ciao Isabella, e grazie!!
Jamie, sweetie girl!! I don’t like so much tripes, but in this version… mmm they sounds good for me too. I hope to meet you very soon, my dear..hugs!