
Sakura by Giulia Maglio
Mentre a Torino piove da giorni, seguo il profilo di Giulia Maglio, aka JijiSake che da Tokyo pubblica le immagini dei ciliegi in fiore. Qui la fioritura dei ciliegi ce la siamo persa, a parte il mio acquisto di un paio di settimane fa al mercato dei contadini di Porta Palazzo, due bellissimi rami di ciliegio fioriti, di un delicato rosa pallido. Ovviamente sono serviti per un nuovo esperimento.
Giulia ci racconta una serie di aneddoti e curiosità dal Sol Levante. Abbiamo diviso l’articolo in due parti. La prossima settimana pubblicherò la seconda parte.
🇯🇵 La rubrica di Giulia Maglio per Un tocco di zenzero, Dal Giappone con amore 🇯🇵
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È arrivata la primavera e l’aria si è fatta più leggera. Per questo motivo questo mese vi voglio raccontare una serie di cose buffe che ho notato da quando vivo in Giappone. Chiamatele differenze culturali, chiamatele stranezze, per me sono delle cose buffe che mi hanno fatto o che mi fanno sorridere ancora adesso dopo quasi 6 anni.
Otto Cose buffe che fanno dire “solo in Giappone!”
- Soffiarsi il naso no ma tirare su dal naso si, come se non ci fosse nessuno intorno.
Questa stranezza è piuttosto nota, ma soffiarsi il naso non è educato perchè si rischia di spargere i propri germi in giro (e ultimamente lo sappiamo fin troppo bene) e poi perchè è rumoroso. Allo stesso tempo però tirare su dal naso è normalissimo e durante i mesi invernali è probabilmente l’unico rumore che sentirete sui treni giapponesi (si perchè qui i treni sono silenziosissimi)
- Sicurezza innanzitutto.
La sicurezza nei cantieri è importante e chi è mai stato in Giappone ha sorriso almeno una volta vedendo con quanto zelo si impegnino a controllare che nessuno possa farsi male. Forse troppo. Da noi mettono delle transenne per segnalare dei lavori in corso, qui vanno oltre. Mi ricordo di un giorno che, tornando a casa da lavoro, mi sono trovata davanti a questa scena: tombino in riparazione quindi completamente accerchiato da barricate rosse, due uomini in divisa con tanto di spade laser (scusate ma a me ricordano quelle di Star Wars) ed elmetto, uno da una parte del tombino, l’altro dall’altra, che tenevano lontani i passanti. Ed infine i vecchietti (anche loro in divisa) che controllavano che i due facessero il suo lavoro. Perché se in Italia i vecchietti guardano i cantieri, qui li assumono. Io ogni volta che vedo i lavori in corso guardo quanti vecchietti in divisa ci sono. Io proporrei di assumerli anche in Italia, perchè no?
- Noi italiani parliamo a gesti, i giapponesi a onomatopee.
Giuro che posseggo un libro di testo solo per le onomatopee giapponesi, e sono una più carina dell’altra. Giusto per citarne una, qualche tempo fa mi sono fatta male ad una mano e ho dovuto fare delle sedute di fisioterapia usando un apparecchio che produce delle mini scariche elettriche per sollecitare i muscoli. Il dottore prima di iniziare mi ha spiegato bene il tutto ed alla mia domanda “come si chiama questo apparecchio?” mi dice “questa è la macchina per fare piripiri” (perchè piripiri è la sensazione che l’elettricità dà al muscolo). E quindi io per un paio di mesi ho fatto delle sedute di piripiri. Dite che è il termine tecnico? Deriverà forse dal latino? Chissà, comunque ho dovuto fare sforzi sovrumani per non sorridere. Ne volete un’ altra?
Il pluriball in giapponese si dice pucipuci. Ve lo giuro.
- Se non vi è di troppo disturbo fate passare l’ambulanza, grazie mille.
In Italia, e non solo, le ambulanze (giustamente) corrono, volano. Dentro c’è gente che sta male o si stanno dirigendo sul luogo di un incidente e quindi devono essere veloci, magari anche tagliare un incrocio. Qui le ambulanze, quando hanno un’emergenza, chiedono il permesso per passare. Il personale sul lato del passeggero chiede, tramite megafono, alle auto ferme agli incroci se per favore possano spostarsi e poi, una volta passati, ringraziano per la disponibilità. Tra l’altro è una cosa che fa anche la polizia. Questa è una cosa che continua a farmi sorridere ancora oggi.
[continua…]

Sakura in Tokyo by Giulia Maglio
Foto di apertura post by Tianshu Liu on Unsplash