Cape Schank, Il faro (Mornington Peninsula, Melbourne)

L’emozione della partenza è sempre una strana sensazione. Arrivo trafilata, all’ultimo con la preparazione delle valigie, cerco di sistemare la casa al meglio per chi rimane e immancabilmente dimentico sempre un pezzo importante. Questa volta è toccato alla presa universale, il favoloso convertitore di corrente che mi avrebbe permesso di caricare tutte le attrezzature elettroniche, macchina fotografica, iPhone, Legria e iPad .
Dopo quasi un mese dall’invito dell’Ente del Turismo di Melbourne e Victoria, ancora non credevo che da li a qualche giorno sarei partita per un viaggio così importante ( e così distante!). Tutti i viaggi fatti fino ad ora sono stati importanti per me, sotto il profilo della scoperta, dell’esperienza ma soprattutto sotto il profilo umano.
Questa volta sarebbe stato diverso perché sarei stata sola per 4 giorni, per esplorare il territorio tra Melbourne, Victoria, la Penisola di Mornington e la terra selvaggia di Wilsons Promontory, con la sua riserva naturale e gli animali.
Ovviamente non del tutto sola: con me Catherine Khuu, blogger di Melbourne che mi ha accompagnato in questa fantastica avventura.

Road Trip Melbourne copertina
Itinerario Road Trip Melbourne

Avevo pensato al fatto che il viaggio sarebbe stato lunghissimo e faticoso. Siamo partite da Milano Malpensa martedì 20 Maggio, giorno del mio compleanno, il ritrovo all’area check in Qatar Airways (uno dei nostri sponsor per il viaggio con Canon) con le mie compagne di viaggio: Laura, Marta e Marina. Abbiamo iniziato con un pranzo e festeggiamenti presso il caffè di Davide Oldani a Malpensa e la festa sarebbe proseguita anche a bordo dell’aereo con una torta di compleanno e bollicine ad alta quota. Non ci siamo fatte mancare nulla.

Vi avviso, se vi verrà voglia di partire e intraprendere questa avventura, il viaggio dura quasi due giorni, sarà faticoso anche fisicamente ma per certi versi lo è stato anche psicologicamente: trovarsi dall’altra parte del mondo, con una stanchezza tale che non ti fa dormire anche se ti trovi in un bell’hotel, in centro città , con tutti i confort e un letto enorme pronto ad abbracciarti.
Dormire a spizzichi, svegliarsi all’alba, con un cielo plumbeo e la pioggia. E non vedere l’ora di uscire nonostante la faccia da zombie e le occhiaie da panda. Ma siamo in Australia, forza!

Cumulus Inc. #Roadtripmelbourne

Giovedì 22 maggio, direzione Cumulus Inc. per la colazione (chef Andrew McConnell), uno dei locali più famosi di Melbourne, un posto da non mancare per iniziare ad assaggiare la città: aperto 7 giorni su 7, già dalla colazione pieno come un uovo, tra business man in riunione d’affari, amiche che prima dell’ufficio si bevono un caffè e avventori che si godono la ricca colazione: sì, perché a Melbourne amano fare colazione fuori molto più che a casa, ovvio solo chi non deve correre in ufficio alle 8 del mattino :) La selezione del menù per il breakfast è ricca e molto interessante: si va dalla classica Full English Breakfast (uova fritte, pane tostato con sanguinaccio, bacon, spremuta bio) per uomini veri. Io mi sono fermata ad un Waffle integrale, con salmone affumicato, ravanelli e acetosella [Capito lo chef? Ha a disposizione anche l’acetosella per la colazione. Sob!]  La favolosa Shakshouka (adorabile ma difficile da digerire per colazione) un piatto preparato e servito in padella, con peperoni e Shanklish, un formaggio blu prodotto con latte di vacca o pecora, di origine siriana o libanese. I

Nel frattempo che aspettavo di consumare il mio pasto, mi sono letta alcune notizie sullo chef e scoperto che da poco ha aperto un altro ristorante nella City, Super Normal, dove McConnell sperimenta una versione tutta personale della cucina asiatica. Me ne hanno parlato tutti benissimo ma purtroppo non sono riuscita a passare nemmeno per pranzo: il nostro programma era fittissimo, i giorni davvero [troppo] pochi. Vi consiglio una sosta al Cumulus Inc. per colazione e cena (al piano superiore) oppure al Super Normal.

Melbourne Museum #roadtripmelbourne

Non potete mancare una visita al Museo di Melbourne, infatti dopo colazione ci siamo fatte una bella passeggiata per il centro, direzione Museo: abbiamo visitato solo la parte dedicata alla cultura aborigena, forse la più antica del mondo, parliamo di un popolo che ha 60,000 anni di storia alle spalle.  Quest’area è ricca di reperti originali, oggetti usati per la caccia, pelli di animali, fotografie e arazzi, arte antica e moderna, artigianato. Mi ha talmente colpito ed affascinato che dopo aver visto i disegni rupestri mi è venuta voglia di un altro tattoo.

Road Trip Melbourne

Armate di Sim Australiana grazie a Marina, la seconda parte della giornata ha preso una piega molto gastronomica, almeno la mia: un itinerario tra Lygon e Faraday Street, in compagnia di Allan Campion di Melbourne Food Experience alla scoperta degli angoli più gourmet di questa parte della città e credetemi sono davvero tanti. Vi dico solo che abbiamo cominciato con un caffè bio panamense e finito con vino e vari assaggi da aperitivo, passando per gelati e bue Wagyu affumicato. Il tutto in due ore e mezza di passeggiata. Contattando Allan potrete organizzare passeggiate gourmet come la mia, lezioni di cucina, degustazioni di vino e molte altre cose.

Everleigh Melbourne

Aperitivo! Ma come? Anche l’aperitivo? Certo, un fantastico cocktail in uno dei migliori bar di Melbourne, The Everleigh, uno dei locali che ho amato di più di questa città: ambiente affascinante, raffinato, musica jazz e blues in sottofondo, un bar tender competente e preparato, ci ha convinto a prendere ben due cocktail, con il fatto che eravamo italiane e non avremmo potuto certo ripetere a breve questa interessante esperienza: come on girls! ;-))) Seguiteli anche sulla pagina FB.

Charcoal Lane Melbourne

La cena a due passi dal cocktail bar: Charcoal Lane, dove lo chef Greg Hampton ha una sua filosofia in cucina e cerca di perseguirla ogni giorno: “I want to create dishes that represent, to me, a modern Australian food identity.” Credo che in tanti dovrebbero seguire l’esempio di Hampton, che realizza i suoi piatti con prodotti esclusivamente del territorio, a partire dalle spezie ed erbe, la carne (Wallaby) il pesce locale (Barramundi) ortaggi e frutta. Tutto locale e se possibile autoprodotto a parte carne e pesce. La filosofia del ristorante la trovate sul sito e vi farà capire perché in questa nazione sono un passo avanti rispetto ad altri.
Grazie alla cucina di Chef Hampton ho assaggiato il coccodrillo, ma non sono riuscita a mangiare il Wallaby (che è un tipo di canguro) e l’Emu. Magari la prossima volta. Ma se volete assaggiare la cultura e il territorio dovrete prenotare una cena qui. Vini compresi.

Car Road trip melbourne

Il giorno dopo sveglia presto, l’appuntamento con Catherine nella hall dell’Ovolo hotel per andare a recuperare la nostra auto, pronte per questa avvincente avventura: alla scoperta di Mornington Peninsula e Wilsons Promontory.
A bordo della nostra fiammante Ford Camaro color arancio e sotto un cielo plumbeo abbiamo impostato il navigatore: prima tappa il giardino botanico di Heronswood per una pausa tea and cookies, immerse nella natura incontaminata della penisola di Mornington: 2 ettari di giardino, tra piante secolari, un meraviglioso herbs garden, con due curiose costruzioni al centro della proprietà, costruite in stile vittoriano la prima e come una pagoda cinese la seconda. La caffetteria a disposizione dei clienti è andata distrutta in un incendio lo scorso Gennaio. Ora stanno lavorando per ripristinare gli spazi, e per  il momento chi desidera fermarsi qui per una pausa pranzo o anche solo per un caffè può accomodarsi nella casa vittoriana, arredata con grande gusto e con una vista incomparabile sulla costa sottostante.

Heronswood Garden, Mornington Peninsula

Dopo i giardini di Heronswood, navigatore impostato verso Montalto Winery dove ci attendeva una degustazione di vini e il pranzo nel ristorante di proprietà, che gode di una magnifica vista sulle vigne e le colline circostanti.

Dukkah-oil-and-bread-Montalto-Winery.jpg

Una delle cose più strane che mi sono capitate è stata trovare nomi di verdure differenti. Ad esempio il peperone. In Australia non è chiamato pepper, ma Capsicum dal nome del genere botanico. Divertente trovare nel menù dei ristoranti, roasted capsicum!

Nella foto qui sopra potete vedere uno dei piatti più tipici che vengono serviti quando arrivate in un locale, solitamente viene portato con l’acqua, un bel gesto verso i clienti nell’attesa di ordinare il pranzo. Si tratta di olio e.v. di oliva (spesso prodotto in azienda, come nel caso di Montalto) e Dukkah, che è un misto di spezie e semi di origine mediorientale (con nocciole, noci o pistacchi tritati), ma che qui adorano e servono in quasi tutti i ristoranti, ognuno con la propria ricetta personale: si intinge il pane nell’olio e poi si passa nella Dukkah. Come prendere 5 kg in 6 giorni? mangiare Dukkah a pranzo e cena!

Scallops-orange-glazed-witloaf-Montalto-Winery
Duck-breast-at-Montalto-restaurant.jpg
Barramundi-fillet-on-colcannon-and-ginger.jpg

Un breve assaggio dei vini in cantina, tra Chardonnay, Riesling e Pinot Nero, ho poi deciso per un calice di Montalto Cuvee One (2010) per accompagnare le capesante con insalata belga in salsa di arance e il fantastico filetto di Barramundi (nota: un pesce d’acqua dolce e salata, ha carne bianca morbida e molto delicata al palato. Il nome curioso è di origine aborigena) con Colcannon, contorno di origine irlandese, preparato con patate, cavolo e aglio fresco, aromatizzato con zenzero. Dopo pranzo una passeggiata tra le vigne per godere del tiepido sole autunnale e smaltire qualche bollicina prima della prossima tappa: l’orto-giardino accanto al ristorante è ampio e ben curato e rifornisce di erbe, ortaggi e frutti di stagione la cucina. Come potete vedere dalla foto qui sotto per lo chef è molto comodo, non vi pare?

Montalto winery Kitchen garden

Riprendiamo la macchina e impostiamo la prossima tappa: Peninsula Hot Spring, sorgenti termali naturali, immerse nella natura incontaminata della penisola di Mornington, le piscine distribuite su differenti livelli immerse nel verde delle colline, un luogo davvero affascinante che ci ha rigenerato dalle fatiche del viaggio ( e il mio dall’Italia vi assicuro che è stato faticoso!). Dopo un bagno nelle acque termali, Catherine ed io pronte per un trattamento di benessere ispirato alle tecniche aborigene, ben 60′ di massaggio Kodo con oli essenziali. Quasi in paradiso!
Peninsula Hot Springs Mornington Peninsula

Usciamo dalle terme al calar del sole, l’aria inizia a rinfrescarsi. Il nostro hotel è circa 20 minuti di strada da qui. Abbiamo tempo per rilassarci prima della cena e controllare le mail, vista la differenza di orario tra qui e l’Italia.
Il Flinders Hotel è una vera istituzione della zona: fondato nel 1889, in un paesino di pescatori, Flinders appunto, serviva da posta per le carrozze dei viaggiatori e per i cavalli. Circa 100 persone potevano alloggiare qui all’epoca. Dopo un bruttissimo incendio nel 1926, che lo rase completamente al suolo, venne ricostruito e solo nel 1928 riaperto. Sono passati molti anni e molte ristrutturazioni, ma il Flinders Hotel è ancora lì, ad accogliere viaggiatori, turisti di passaggio e anche chi arriva fino a qui per cenare al ristorante Terminus, uno dei più conosciuti della zona. Lo chef Pierre Kojda di origine algerina e francese ci ha stupito, mescolando prodotti locali a spezie magrebine, giocando con le verdure, le erbe, pesce e crostacei. Cucina algerina, australiana e francese trovano una bella collocazione in questo ristorante, incuriosendo anche i palati più esigenti. Mi sono lasciata tentare da un piatto vegetariano, un pancake marocchino, con verdure marinate e chermoula che a solo vederlo faceva venire l’acquolina in bocca. Per secondo un filetto di John Dory (il nostro San Pietro) con polpo, quinoa, chorizo e lenticchie.

Terminus restaurant- chef Pierre Khodja

Impazzisco per le carote e barbabietole gialle e rosse. Cercherò chi le vende qui da noi, sono sicura che qualche contadino lo troverò! Nota curiosa? Il restaurant Manager Giuliano Chiappa è di Torino, ma vive e lavora in Australia dal 1999. È stato divertente trovare un mio concittadino qui a Flinders.

Sabato 24 Maggio, pioggia. Pazienza, abbiamo tante cose da fare! Dopo la colazione, impostiamo il nostro fidato navigatore, che ci porterà a Cape Schanck, per ammirare il panorama e il bellissimo faro, e per chi mi segue su twitter o Fb ha già visto in tutte le angolazioni possibili.

 Cape-Schank Mornington Peninsula

Dopo una passeggiata sulla costa a fianco del faro, riprendiamo la macchina e ci dirigiamo verso Sorrento, cittadina sulla costa, dall’eleganza inglese, con bei palazzi e lunghe spiagge dove passeggiare anche in autunno, per godere degli ultimi raggi di sole come abbiamo fatto Catherine ed io, sorseggiando un buon caffè. Per un pranzo magari potrete fermarvi alThe Baths, che offre un magnifico panorama.

Un-caffè-a-Sorrento

Il programma prevede una sosta, con visita e pranzo al Green Olive at Red Hill, un luogo di cui mi sono innamorata e che mi piacerebbe poter realizzare un giorno qui: una fattoria ecosostenibile con 27 ettari di terreno, dove convivono oche, anatre, galline, pecore, un pastore maremmano a guardia delle galline, causa furti notturni delle volpi. Una vigna (solo pinot nero e chardonnay) un uliveto con 5 differenti cultivar di olive, che produce un olio e.v. delizioso. Un ristorante dove vengono serviti i prodotti della farm (carne e uova comprese), con annesso negozio dove è possibile acquistare praticamente tutto. O quasi. Una vera pena non poter comprare nulla, dopo aver assaggiato i chutney e le relish di Catherine O’Donoghue, moglie di Greg (i proprietari), l’olio e il vino.

Green Olive at Red Hill- Mornington Peninsula
Green-Olive-at-Red-Hill-Vegetarian-Lunch

Dopo Green Olive, una corsa verso il maneggio per la passeggiata a cavallo tra le vigne, anche se la mia schiena non mi ha permesso di salire sul bel cavallino, abbiamo fatto un giro nella tenuta e preso confidenza con i suoi abitanti. La passeggiate tra le vigne dura circa 2 ore e vi permetterà di scoprire angoli nascosti e suggestivi tra Red Hill e Shoreham, le due più importanti zone vinicole del territorio. È possibile anche organizzare dei pranzi in azienda agricola o un magnifico BBQ sul lago.

Horseback-Winery-Tour
Horseback winery tour Sandra

Cena da Max’s at The Red Hill Estate, uno dei luoghi più suggestivi di Mornington Peninsula, situato all’interno della tenuta di Red Hill, a pochi passi da Montalto Winery. Con Montalto, Red Hill Estate confina e condivide le dolci colline, avvolte dalle vigne con uno sguardo rivolto a Westernport Bay e Phillip Island. Un paesaggio strano almeno per me, visto che laggiù è quasi inverno, con le colline di un bellissimo verde smeraldo a fare da contorno.
La serata è molto fresca, in testa il mio cappellino salva sinusite, ammiriamo il tappeto di stelle. Si narra che qui la Via Lattea dia il meglio di sé, ma forse dovrò tornare d’estate per godere al meglio di questo fenomeno naturale.

Nel 1990 Max Paganoni decide di far diventare il suo sogno realtà e così si mette alla ricerca di una location adatta per aprire il suo ristorante. Ma non lo fa a Melbourne. Decide di tornare a Mornington e inaugura il primo ristorante all’interno di una azienda vinicola di tutta la penisola di Mornington e per farlo sceglie una delle location più suggestive e panoramiche di questo territorio: Red Hill Estate.

Max’s at The Red Hill Estate (© photo Visit Mornington Peninsula)

Max Paganoni

Dal menù di Max’s at the Red Hill

Le foto della cena non sono belle perché, come spesso accade, le luci sono soffuse per creare ambiente (ovviamente) e non per scattare fotografie ai piatti. Così ho deciso di non fare foto e godermi la serata in tutta tranquillità. La mia scelta è andata su due antipasti e dopo tre giorni mi rendo conto di non aver praticamente toccato la carne, ma non mi crea nessun problema, anzi. Sono felice di aver l’opportunità di assaggiare piatti nuovi, di testare la creatività degli chef. Inizio con il primo, un vegetariano: cavolo rapa (kohlrabi) cotto sotto sale, barbabietola, caffè, pinoli e zenzero. Per secondo polipo con puree di chorizo, pomodori cherry affumicati e foglie di peperone speziate. Anche da Max’s la filosofia in cucina è la stessa di tutti gli altri ristoranti in cui sono stata: sostenere l’agricoltura e i prodotti locali.
Per accompagnare la cena un calice di Pinot Nero Red Hill Estate ( 2010), uno dei vini che ho amato di più nei pochi giorni trascorsi a Melbourne: spezie, pepe nero, more e ciliegie mature, con un’impercettibile nota minerale. Ne avrei bevuta una bottiglia da sola ;))) Qui è uso in tutti i locali  e ristoranti servire vini al calice, anche vini di un certo pregio, perché il codice della strada parla chiaro e per chi guida con tasso alcolico , anche di pochissimo, al di sopra del consentito sono guai seri.
Dopo aver diviso un delizioso dessert con la mia compagna di avventure, salutiamo Max, scambiamo due parole sui suoi viaggi in Europa, per accompagnare ristretti gruppi di fortunati australiani alla ricerca del vino e del cibo perfetto ( il prossimo anno sarà di nuovo in Italia, e l’ho invitato a Torino, vediamo se passa a trovarci!).

I miei primi tre giorni tra Melbourne e Mornington sono stati molto intensi ed emozionanti. Oltre al fatto che devo ancora abituarmi a questo strano orizzonte, agli spazi immensi, alle distese a perdita d’occhio, le colline verdi dove pascolano indisturbati molti animali, tra cui i manzi, le mucche, pecore, cavalli e anche i canguri.
Rimarrà sempre nella mia mente e nel mio cuore il primo incontro con i canguri. Ma questa esperienza ve la racconto la prossima volta. Siamo a quota 2790 2861 parole. Credo che come primo diario di bordo siano sufficienti.
Nel prossimo diario di bordo raccoglierò tutti gli indirizzi, tra locali, cocktail bar e ristoranti. Una mini guida da gustare.

Il viaggio tra Melbourne, Mornington Peninsula e Wilson Promontory è stato possibile grazie all’invito dell’Ente del Turismo di Melbourne e Victoria

Cartello stradale occhio al canguro