Terzo post dedicato all’olio extra vergine del Garda bresciano dell’amica Patrizia Rampa e per l’occasione ho rispolverato un altro ricordo d’infanzia, quello legato ai bruscandoli. I germogli del luppolo selvatico hanno un nome diverso per ogni regione italiana: il mio nonno, che era di origine veneta, li chiamava bruscandoli, qui in Piemonte li chiamano luvertìn, luperi in Umbria, viticedda nel Cilento e potremmo proseguire per una pagina intera!
In realtà i bruscandoli sono legati alla mia infanzia e alle gite ai bordi dei boschi come la raccolta delle ortiche del post precedente: si usciva a tardo pomeriggio, armati di stivaloni, guanti e ceste di vimini per il bottino, che comprendeva anche qualche gelso se eravamo fortunati e la stagione non era inclemente (come quest’anno, troppe piogge!!).
Il fatto strano però, sapete quale era?? Che di gelsi per la confettura ne tornavano sempre pochi a casa, ma le mani ( e soprattutto la bocca) erano sempre di un bel colore viola intenso, quasi blu. Nonna, di gelsi ce n’erano davvero pochi, sai? :)
Ora che non ci sono più i nonni, e che la casa di campagna è ormai solo un vago ricordo, per fare scorta di luvertìn mi reco dal mio verduriere di fiducia (se non li trovo al mercato) che è a due passi da casa, ma che ha un negozio super fornito: qualche tempo fa aveva persino delle piantine di fragole, bellissime! Livio è un vero spacciatore di cose buone: dalle formaggette di capra, allo yogurt bio, dalle fragoline di bosco, alle ortiche passando per i luvertìn.
Dopo la crema di verdure, in abbinamento all’olio e.v. di oliva de Il Brolo ho assemblato questa ricetta, semplice ma dai sapori intensi e marcati.
Vi occorrerà un mazzetto di bruscandoli tenerissimi da cui preleverete solo le foglie e i germogli. Dopo averli lavati bene sotto l’acqua corrente e asciugati, conditeli con un cucchiaio di olio e.v. di oliva del Garda bresciano, monocultivar Casaliva, un pizzico di sale e una macinata di pepe. Ho affettato del salame di salmone caramellato, dalla nota leggermente dolce, quanto basta per contrastare il sapido del pesce e il sentore leggermente piccante e amaro (a me ricorda le mandorle fresche) del monocultivar + due gocce di aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia ( San Giacomo) a completare il piatto.
Di solito i bruscandoli si servono stufati o al massimo nei risotti o nelle frittate. Ma questo volta ho voluto sperimentare il germoglio a crudo, in insalata con l’olio di Patrizia. So che anche lei ama gli esperimenti e proprio per questo sto cercando di divertirmi ( e di farla divertire!) associando l’olio de Il Brolo a prodotti del territorio, ma che in questo caso ( e come nell’ultimo post, con la crema di ortiche) sono presenti in quasi tutte le regioni. Per i bruscandoli siamo quasi alla fine della stagione, ancora qualche settimana e poi non ne troveremo più! Quindi affrettatevi amici miei ;) sotto con gli esperimenti!
Sia il monocultivar che il blend hanno entrambe ricevuto certificazione D.o.p. olio del Garda (Garda bresciano, Garda Orientale e Garda trentino), un importante riconoscimento, che stimola Patrizia e la sua famiglia a continuare il lavoro iniziato nel 1998. Non fatevi fuorviare dalla giovane età dell’azienda: la passione, la voglia di creare un prodotto di qualità è tale da superare qualsiasi ostacolo. E l’olio e.v. di oliva de Il Brolo è davvero un prodotto d’eccellenza.
Per questo piatto il nostro sommellier* consiglia: Kerner 2008 di Manni Nossing. E’ un vino bianco della valle Isarco, dalle spiccate peculiarità. Il naso è espressivo, aromatico e ricorda gli agrumi e la frutta bianca. In bocca è fresco, minerale e succoso. Buona alcolicità, struttura solida e bevibilità estrema. Un vino roccioso, entusiasmante.
*Mauro Mattei
qui a Verona li chiamano anche bruscansi, e io li adoro! Poco fuori Verona a fine aprile c’è pure una sagra (della Sparasina, a Pigozzo) tutta dedicata a questi regali della natura!
che beltà!
Uhh che buoni:!) é vero, la stagione sta per finire ..
Ottimi sono con i cugini “asparagi”… che io mangerei ad ogni ora del giorno:)
L’impresa più difficile è proprio trovarli..son sempre più rari..però crudi con q
Uhh che buoni:!) é vero, la stagione sta per finire ..
Ottimi sono con i cugini “asparagi”… che io mangerei ad ogni ora del giorno:)
L’impresa più difficile è proprio trovarli..son sempre più rari..però crudi con questa insalatina non li avevo mai..nè pensati nè assaggiati..
C’è sempre una prima volta:)
che sciccheria oggi…la campagna che si lega all’alta borghesia del salmone…
io credo che siano quelli che qui si chiamano ligabosch..li raccoglie mio suocero, e ogni tanto me ne concede un po!:D
non ricordo di averli mai assaggiati, ma in abbinamento con il salmone, sono sicurà che ne viene fuori un ottimo piatto!se poi è frutto dei ricordi d’infanzia, allora è anche più buono!:)
Belissimo questo piatto dai dolci contrasti!
È che voi abitate in città. Passate da me in campagna e di bruscandoli (viva il nonno) ne troverete in ogni dove.
Brava Sandra, mi hai fatto venire fame!
Baci.davide
che ricetta interessante!ho imparato due cose: l’esistenza del salame di salmone, e la possibilità di mangiare i bruscandoli crudi!il sapore dell’insieme deve essere meraviglioso!
Wowww che bella ricetta e molto golosa! Veramente!
Un bacione!
ma guarda che la frittatina per voiello non era mica passata inosservata! luppolo anche lì, no?! e cmq sintetizzando… ciò che vorrei adesso nel piatto, yum! :))
Non ho proprio idea di come li chiamino qui dalle mie parti, forse semplicemente bruscandoli :) Mai mangiati da crudi nemmeno io, ma mi sacrificherei volentieri all’assaggio!
mi mancano i nonni e le passeggiate in campagna a raccogliere bruscandoli! :(
Però mi fa piacere leggere i Vs commenti.. Il cibo è un bellissimo punto di incontro e quando in più ci sono dei ricordi forti e belli, diventa quasi perfetto
:)
*preci, bellissimo il nuovo blog!! me gustaaaa
*Sara, scoprilo please! sono troppo curiosa ;)
P.s. amiche e amici fatemi sapere come li chiamate dalle Vs parti!
Eccomi servito un bel ricordo familiare legato ad ingredienti legati alle nostre campagne!
ps: che bella la foto dei germigli :-)
Baci
Si, sì Luvertin, li conosco benissimo!
Purtroppo non riesco a vedere le foto.. :-(
Ma pensa, proprio l’altro giorno ho fatto la drammatica scoperta che bruscandoli non è italiano!! Anche mio nonno era veneto e io da quando sono piccina li vado a raccogliere con tutta la famiglia al completo nella vacanze di pasqua sulle colline del piacentino dove abbiamo la casa delle vacanze… mai più avrei pensato che fosse veneto, al massimo piacentino e poi mio papà mi ha illuminata!! :-)
P.S. di solito noi ci facciamo il risotto o una bella frittata!
E’ vero dalle mie parti in Veneto si chiamano bruscandoli o bruscandoi, dipende dalle località; è da quando ero bambina che vado a raccoglierli. Il tuo piatto è molto chic e raffinato complimenti. Ciao Daniela.
Ciao belle buongustaie!
Anche io pensavo (qualche tempo fa) che bruscandoli fosse il loro nome in italiano ;) invece no!
Frittate? che buone!!
DAniela, che bello.. tu vai a raccoglierli. Qui tra polline e mancanza di tempo non posso proprio :(
Anche io ricordo mia nonna che li raccoglieva! I Luvertìn… e mi pare finissero proprio in frittata… Bello il piatto con il salmone caramellato!
semplice, ma gustosissima…ottima davvero!