Burro Fiandino

Un bel pomeriggio assolato della scorsa settimana, mi sono ritrovata a passeggiare tra le mucche, a sentire di nuovo l’odore del fieno e della stalla. Vedere i vitellini di pochi mesi mangiare da soli, alcuni che mi guardavano con occhi terrorizzati altri curiosi ad allungare il collo per sentire che sapore avevano le mie dita ! :)))
E grazie a questa gita mi sono ricordata di quando bambina andavo a trovare i nonni in campagna e trascorrevo con loro e i cugini le vacanze estive in quel di Villafranca Piemonte. Tempi in cui ancora i bambini potevano attraversare la strada da soli, andare a fare una passeggiata senza pericolo, anche in mezzo ai boschi e soprattutto raggiungere la stalla al fondo della frazione e farsi dare un bel secchiello di latte appena munto. Un latte davvero speciale per me perché ha il sapore dei ricordi, di tempi felici e spensierati.

Le Fattorie Fiandino non sono poi tanto distanti da dove i miei nonni avevano la casa. Villafalletto è ad un’ora di strada da Torino, e ci si ritrova immersi nel verde e nella natura. Attorno solo campi di mais e in lontananza il Monviso, maestoso e fiero, ahimè senza nemmeno l’ombra di una lastra di ghiaccio ad imbiancarne la cima.
Con latte piemontese al 100% Mario ed Egidio Fiandino producono un burro davvero speciale. E non solo quello: Grana Padano selezione Fiandino Riserva (20 mesi), un delizioso formaggio a latte crudo e pasta molle prodotto con birra Baladin, il Frumage Baladin; poi il Lou Bergier, una toma a latte crudo e pasta pressata.
Gli ultimi due formaggi prodotti dalle Fattorie Fiandino hanno una particolarità: sono preparati con caglio vegetale metodo Kinara™. Avremo modo di approfondire il discorso Kinara™ prossimamente, chiedendo delucidazioni proprio a Mario Fiandino.

Tornando al burro, oltre ad averlo fotografato in bella mostra, ho anche fatto un test pane+burro+acciuga che ahimè a causa della voracità (e dell’ora in cui stavo scattando) è finito dritto dritto nel mio pancino.
È complicato raccontarvi come sia il burro Fiandino, come risulta comunque difficile raccontare una degustazione di burro.
Appena tirato fuori dal frigo vi stupirà per la quasi immediata morbidezza. Il coltello non farà fatica a farsi strada. Dolce. Dal sentore di mandorla fresca appena pelata, sia al naso che al palato. Cremoso, quasi ‘pannoso’ se mi passate il termine. Ma comunque non unto. Retrogusto di fieno e di fiori. Si sente ancora la mandorla, ma più lieve.
Negli ultimi anni abbiamo demonizzato tutta una serie di prodotti, tra questi anche il burro.
Credo che la verità stia sempre nel mezzo: ad una merendina farcita preferisco sempre una fetta di pane con burro e marmellata. Ad un sacchetto di biscottini, preferisco sempre due o tre torcetti fatti dalla mamma. E, in età adulta, ad un piatto di gnocchi burro e salvia non rinuncio: basta non far cuocere il burro con la salvia, ma condire la pasta a crudo, con della salvia fresca e magari una bella grattata di grana.
Che ne dite? Non pensate che in questo modo si giunga ad un buon compromesso??
Come tutte le cose basta non abusarne!

Burro Fiandino