Una ricetta che per me sa di vacanza, di buono e di ricordi. La nonna paterna non le preparava spesso perché in realtà a mio papà le fave cotte non piacciono. Una delle ultime volte che le ho preparare a casa mi ha guardato con gli occhi sgranati e ha esclamato: ‘fave cotteeeee???‘ Ovviamente lui non le ha mangiate, ma noi sì e anche in abbondanza, visto che avanzava la sua porzione ;-)))
Prima o poi riuscirò a fargli cambiare idea. Per ora, quando le trova mamma al mercato, mangia solo quelle crude, tenerissime, accompagnate con pecorino stagionato e salame crudo. Questa però non possiamo considerarla una ricetta vegana, mentre fave e cicorie sì!
per 4 persone
fave secche 250 grammi
cicorie 850/900 grammi
cipolla 1
sedano 1 costa
pomodorini 3-4 (facoltativo)
olio e.v. di oliva
sale e pepe
crostoni di pane pugliese
peperoncino
Mettere a mollo le fave secche la sera prima. Il giorno dopo scolarle dall’acqua, trasferirle in una cocotte di ghisa o terracotta, coprirle con acqua, la cipolla tritata e la costa di sedano. Per ultimi aggiungere i pomodorini ( Corbara pelati) schiacciati.
Cuocere a fuoco basso per circa 2 ore (a metà cottura eliminare il sedano). A questo punto le fave dovrebbero essere ridotte in crema. Frullare con un mixer a immersione, amalgamando bene il composto.
Mentre cuociono le fave pulire e lavare le cicorie –eliminando le parti più dure – e cuocerle, in una padella al vapore con poca acqua, coperte.
Servire in coppette o piatti di terracotta distribuendo prima la vellutata di fave, poi le cicorie, con un filo d’olio crudo, un pizzico di peperoncino e i crostoni di pane tostato al forno, meglio se di Altamura.
Per comodità preparo sempre le fave il giorno prima, e le tengo in frigorifero, ma nell’eventualità potrete anche surgelarle.
Questa ricetta la trovate anche nel mio libro Asparagi, bagoss e altre cose buone ;-)))
E’ un piatto che anche a me riporta all’infanzia, ma che ho imparato ad apprezzare solo da grande. Lo preparava spesso mia madre, che da buona pugliese trapiantata in terra di cinghiale in umido e ribollita, si sentiva a casa preparando un buon piatto caldo come questo. Da piccola sentivo il piatto un po’ amaro (i bambini non amano le verdure come la cicoria e le rape), ma da grande ho imparato ad apprezzare ed amare questa delizia. Adesso, quando scendo in Puglia a trovare mia nonna, devono togliermi il vassoio di mano!
Slurp!
Rubina, da bambini facciamo fatica ad apprezzare certe cose e sopratutto certi sapori. Poi però, da grandi quei ricordi riemergono e non possiamo che esserne felici. Fortunata ad avere ancora la nonna!